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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2014 alle ore 19:09.
L'ultima modifica è del 12 settembre 2014 alle ore 20:45.

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Non è affatto «inattuale» l'incriminazione delle manifestazioni tipiche del partito fascista, quale il saluto romano, prevista dalla Costituzione. Lo ha sancito la prima sezione penale della Cassazione, confermando con la sentenza n. 37577 depositata il 12 settembre 2014 la condanna di due giovani che, durante un incontro pubblico a Bolzano nel 2009 organizzato da Casapound in memoria delle vittime delle foibe, avevano urlato in coro «presente» e fatto il saluto romano.

«Nulla autorizza a ritenere - scrive la Suprema corte - che il decorso di ormai molti anni dall'entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe».

Secondo i giudici «l'esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta infatti erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose» e dunque «va escluso che la libertà di manifestazione del pensiero possa andare esente da limitazioni là dove la condotta tenuta risulti violatrice di altri interessi costituzionalmente protetti».

Quanto al saluto romano, i giudici osservano che «non è la manifestazione esteriore in quanto tale a essere oggetto di incriminazione», ma piuttosto «il suo venire in essere in condizioni di pubblicità tali da rappresentare un concreto tentativo di raccogliere adesioni ad un progetto di ricostituzione». Il fatto che gli altri partecipanti alla manifestazione condividessero, come esposto nei ricorsi degli imputati, «l'ideologia fascista e il ricorso agli atti simbolici nulla toglie alla pericolosità concreta della condotta» conclude la Cassazione.

Per i due imputati, giudicati con rito abbreviato, la condanna è ora definitiva: due mesi di reclusione e 300 euro di multa per il primo, il quale aveva precedenti penali, e 20 giorni di reclusione e 140 euro di multa (pena sostituita con una multa di 760 euro), per il secondo, al quale sono state concesse le attenuanti generiche.

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