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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2014 alle ore 15:41.

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Sperimentale. Il testo del decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali (ancora in attesa del via libera definitivo) lo mette nero su bianco: il debutto della dichiarazione precompilata avrà bisogno di un periodo di rodaggio. Stando alle stime dell'agenzia delle Entrate depositate negli atti delle commissioni parlamentari, occorreranno almeno due anni per arrivare a 730 precompilati completi di tutti i dati.

Nel 2015, infatti, almeno il 72% dei circa 20 milioni di modelli che saranno inviati dall'agenzia delle Entrate al «domicilio» di dipendenti e pensionati andranno integrati con altri dati. Ma non è detto che il restante 28% sia immune da correzioni perché oltre alla quantità dei dati disponibili c'è poi da verificare se le informazioni su redditi percepiti e detrazioni e deduzioni confluite ai cervelloni del Fisco saranno effettivamente rispondenti alla realtà del contribuente.

La "colpa" di questa percentuale così elevata per il 2015 è quasi tutta attribuibile alle mancanza dei dati sulle spese sanitarie e farmaceutiche che i contribuenti interessati dalla sperimentazione sfrutteranno per la detrazione del 19 per cento. Il debutto della precompilata, infatti, potrà contare solo sulle informazioni che arriveranno attraverso la nuova certificazione unica dei redditi (i sostituti d'imposta dovranno inviarla al Fisco entro il 9 marzo 2015, in quando la scadenza del 7 cade di domenica). A questi si aggiungeranno solo alcune informazioni su oneri detraibili e deducibili:
- interessi passivi sui mutui;
- premi di assicurazioni sulla vita, causa morte e contro gli infortuni;
- contributi previdenziali o assistenziali;
- contributi per forme pensionistiche complementari.

In questo caso le informazioni dovranno arrivare all'agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio di ogni anno (per il 2015 il termine slitta al 2 marzo). L'arricchimento del patrimonio di informazioni si verificherà, però, già nel 2016 quando, tra gli altri, Asl, aziende ospedaliere, farmacie saranno tenuti a comunicare le spese sanitarie dell'anno precedente. Infatti, l'Agenzia stima di abbattere notevolmente la quota di 730 da integrare a circa il 45%, ferma restando la precisazione che nel restante 55% potrebbe esserci una parte di dichiarazioni precompilate da modificare. Tutto sommato, i tempi preventivati per arrivare a dei 730 a «domicilio» completi non sono così lontani e nel 2017 non si stimano modelli da integrare.

Del resto, il testo del Dlgs semplificazioni concede al ministero dell'Economia la possibilità di stabilire per decreto i termini e le modalità per la trasmissione telematica di tutte le altre spese che consentono sconti fiscali nel 730.

E proprio la variabile temporale sembra assumere un ruolo decisivo per il successo dell'operazione. Tanto è vero che le commissioni Finanze di Camera e Senato intendono stringere i tempi per il secondo parere al decreto legislativo, una volta che il Governo lo avrà rinviato in Parlamento. La delega (legge 23/2014) concede dieci giorni di tempo per le nuove valutazioni sul testo, in cui l'Esecutivo intende introdurre lo stop alla responsabilità solidale sugli appalti e l'allungamento da tre a cinque anni del periodo di perdita che fa scattare il regime delle società di comodo. Come ha spiegato Ernesto Carbone (Pd), relatore alla Camera, «si punta a chiudere tutto nel giro di una settimana» per consentire l'emanazione del Dlgs entro la metà di ottobre.

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