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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2014 alle ore 17:08.

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Fino a ieri, i contribuenti argentini con conti svizzeri erano una rarità, 125, oggi sono una realtà, con nomi e cognomi.
Mesi di contrattazione e alla fine il responsabile dell'Ufficio fiscale di Buenos Aires, Ricardo Echegaray, ha spalancato a giornalisti e fotografi le porte dell'ambasciata argentina a Parigi, permettendo loro di immortalare l'istante finale del passaggio del CD, carico di nomi contenuti nella lista “Falciani”, direttamente dalle mani delle autorità francesi al fisco argentino. Mesi di lavoro condotto a buon fine, questa la frase ripetuta più volte. Il risultato, in realtà, galvanizza gli operatori dell'Agenzia delle Entrate argentina, ma deprime, alcuni giornali hanno scritto “terrorizza”, migliaia di contribuenti tutti invariabilmente appartenenti a quello 0,1 per cento più alto posizionato sulla piramide della ricchezza, cioè i più ricchi.

Un sospiro di sollievo per le finanze in rosso del Paese – In oltre, la novità è stata accolta con estremo piacere dai lavoratori e dai rispettivi rappresentanti che, in questo momento di particolare asprezza finanziaria e di incertezza economica, hanno accolto con favore una decisa presa di posizione per fare in modo che a pagare non siano sempre i soliti. Anche in questo caso c'è un rovescio della medaglia. Infatti, sono diverse le banche, non soltanto svizzere, come nel casi in questione, che non hanno affatto salutato con giubilo la netta presa di posizione del fisco argentino, presagendo future richieste indirizzate anche nei riguardi di nomi con titolarità finanziarie, per es transazioni, fondi gestiti e naturalmente depositi, ad essi riconducibili ma legati a banche e a istituti di credito diversi dalla HSBC.

L'occhio del fisco argentino sul nuovo “CD” – Centinaia di investigatori dell'Amministrazione finanziaria di Buenos Aires sono già al loro posto per passare sotto la lente i nomi dei contribuenti argentini contenuti nella lista “Falciani”. Si tratta di individui titolari di conti esteri presso la HSBC. Il perché i detective dell'Agenzia delle Entrate siano già pronti è facile da intuire. Ad oggi, infatti, risultano solo 125 casi di argentini titolari di conti riconducibili alla HSBC. Al contrario, il numero dei contribuenti conservati all'interno della lista “Falciani”, sono quasi 4mila, 3.900 per l'esattezza. La discordanza è surreale, sostengono già alcuni funzionari che saranno incaricati di condurre le prime verifiche. Già si sa che il lavoro procederà caso per caso. Per ogni singolo contribuente si cercherà di capire esattamente sia il perché il possesso del conto non abbia trovato posto in dichiarazione dei redditi, sia il quantum che, grazie a questa svista, o dimenticanza, è stato sottratto alla collettività. Al termine di questo incrocio dati sarà definito l'importo che ciascuno dovrà rifondere allo Stato. Nessuno spazio a intenti punitivi, semplicemente, come va ripetendo Ricardo Echegaray “Cercheremo di capire il perché di questa dimenticanza da parte di migliaia di contribuenti e, fatti i conti, faremo in modo di normalizzare ogni singola situazione cosicché ciascuno possa pagare le tasse dovute ma tralasciate”.

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