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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2014 alle ore 09:39.
Ci possono essere conseguenze fiscali dopo che si è annotato il proprio nome come utilizzatore di un veicolo?
Al momento no: l'obbligo di annotazione è previsto solo nel Codice della strada e ha solo finalità di ordine pubblico. Però, visto che il dato viene registrato in un archivio pubblico, l'agenzia delle Entrate potrebbe in futuro utilizzarlo come mera informazione a supporto indiretto di altre sue attività.
L'annotazione ha influenza sulla proprietà di un veicolo? È costosa quanto un passaggio di proprietà?
No, perché non viene toccato in alcun modo il Pubblico registro automobilistico, che è l'archivio che fa fede (fino a prova contraria) sulla proprietà e sulle cui operazioni è dovuta l'Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) che rende gravosi i passaggi
Nel caso di una flotta aziendale, le annotazioni si possono effettuare in maniera cumulativa?
Sì: quando un soggetto è intestatario di più veicoli, è ammessa la presentazione di un'unica istanza, corredata di una sola autocertificazione (se richiesta). Tuttavia le tariffe dovute si calcolano su ciascun esemplare, quindi l'unica agevolazione è di natura procedurale.
Va annotato anche l'uso di veicoli con targa estera?
No: questi mezzi non figurano nell'Archivio nazionale veicoli, quindi gli abusi che vengono commessi utilizzandoli non vengono contrastati con l'obbligo di annotazione dell'utilizzatore.
Da quando scatteranno le prime sanzioni?
Dal 4 dicembre. Infatti, gli obblighi di annotazione riguardano solo le situazioni che iniziano dal 3 novembre in poi e per comunicarle alla Motorizzazione ci sono 30 giorni di tempo. Ma per ora l'obbligo di annotazione è sospeso per chi opera sulla base di iscrizione al Ren (Registro elettronico nazionale) o all'Albo degli autotrasportatori, di licenza di trasporto cose in conto proprio o di autorizzazione al trasporto di persone con autobus in uso proprio, taxi o in noleggio con conducente. La sanzione è di 705 euro.
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