Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2014 alle ore 08:13.

My24

di Fabio Marchetti Il nome di Bruno Visentini viene solitamente associato alla riforma tributaria del 1971. Insieme a Cesare Cosciani e Gino de Gennaro, Bruno Visentini è considerato uno dei Padri della riforma. In effetti, non può dimenticarsi che Bruno Visentini fece parte fin dal suo insediamento (nel 1962) della Commissione di studio per la riforma tributaria e, poi, del Comitato di studio per l'attuazione della riforma tributaria, istituito il 18 settembre 1964, di cui assunse la vice presidenza a partire dal giugno 1966 a seguito delle dimissioni di Cosciani.
Al ricordo di Visentini come studioso deve, peraltro, essere affiancato quello di Visentini come uomo politico, uomo di governo. Se Visentini, come studioso, partecipò alla gestazione della riforma tributaria del '71, Visentini è stato il politico che in prima persona, per effetto dei numerosi incarichi parlamentari e di governo avuti, ha attuato la riforma. Il percorso politico di Visentini iniziò con la sua elezione alla Camera dei Deputati nel Partito Repubblicano Italiano, nel 1972. Successivamente, egli alternò agli incarichi parlamentari diversi mandati governativi, dapprima come ministro delle Finanze (23 novembre 1974 - 12 febbraio 1976), poi come ministro del Bilancio e della Programmazione Economica (29 marzo 1979 - 15 luglio 1979) ed, infine, di nuovo, come ministro delle Finanze (4 agosto 1983 - 17 aprile 1987). Da ultimo, tra il 1987 e il 1994, Visentini continuò a rivestire incarichi parlamentari come senatore del Partito Repubblicano.
La centralità di Bruno Visentini nell'attuazione della riforma tributaria del '71 assume non solo un significato storico-politico, ma ancor più una fondamentale valenza nella lettura del nostro sistema fiscale. Se è vero, infatti, che il nostro sistema fiscale risulta ancora nei suoi tratti essenziali quello disegnato dalla riforma del '71, è vero peraltro che il sistema è piuttosto quello scaturito dagli anni della sua attuazione (che vanno dal 1972 fino all'emanazione del testo unico delle imposte sui redditi del 1986) durante i quali, anche per opera di Visentini che più volte ebbe il ruolo di ministro delle Finanze, il sistema si è venuto definitivamente a delineare. Insomma il sistema fiscale che oggi conosciamo non è tanto quello della legge delega del '71 quanto quello delineato nella sua fase di attuazione.
Per portare alcuni esempi, fra gli obiettivi della riforma vi era quello di realizzare un'imposizione sul reddito delle persone fisiche omnicomprensiva e progressiva. In sede di attuazione, tuttavia, per i problemi legati alle difficoltà di definizione, di determinazione e di accertamento dei singoli redditi che compongono il reddito complessivo, si tornò ben presto all'applicazione di imposte cedolari differenziate per categorie di reddito, con particolare riferimento ai redditi da capitale, a discapito di quelli da lavoro dipendente. Lo stesso Visentini, d'altro canto, si rendeva ben conto delle deformazioni rispetto agli originali progetti di riforma e che solo per ragioni politiche (in buona parte riconducibili all'impreparazione dell'Amministrazione finanziaria) potevano essere accettate.
Altro obbiettivo della riforma era quello dell'ammodernamento dell'Amministrazione finanziaria, al fine di ridurre il costo della gestione dei tributi e di realizzare un efficace contrasto all'evasione fiscale. Se, da un lato, in attuazione dei principi della riforma fu istituita l'anagrafe tributaria e si diede corso al sistema dell'autoliquidazione, dall'altro non si riuscì a procedere alla riforma dell'Amministrazione finanziaria né, dunque, ad un'efficace lotta all'evasione, tanto che lo stesso Visentini, pur rimanendo in via di principio contrario, cedette all'introduzione di strumenti alternativi al diretto controllo degli Uffici, come la ricevuta fiscale e soprattutto (quando era ministro, con la cd. Visentini-ter) l'accertamento induttivo dei ricavi e dei compensi dei soggetti in contabilità semplificata, provvedimento questo accettato da Visentini solo in quanto avente «carattere di emergenza, di straordinarietà e di temporaneità» di fronte alla «drammatica urgenza ed assoluta eccezionalità» dell'evasione. Un'occasione per ridiscutere in chiave attuale queste ed altre scelte fatte in occasione dell'attuazione della riforma del '71 è data dal Centenario della nascita di Bruno Visentini, che sarà ricordata domani mattina alla Luiss in una cerimonia promossa dalla Fondazione a lui intitolata, durante la quale sarà presentato lo studio sul ruolo svolto da Bruno Visentini nella gestazione ed attuazione della riforma tributaria del 1971, anche al fine di avviare una ricerca che, partendo dall'analisi storica, indaghi le possibilità di riforma del nostro sistema fiscale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi