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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 24 novembre 2014 alle ore 06:42.

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Le stazioni appaltanti fanno ampio utilizzo delle procedure negoziate per l’affidamento degli appalti, in un contesto di forte contrazione del mercato e con una maggiore complessità dei percorsi selettivi. La fondazione PromoPA e l’Università di Roma Tor Vergata hanno analizzato, nell’edizione 2014 del rapporto «Come appalta la Pa» (che sarà presentato domani a Roma alla sede Ance) le dinamiche del sistema degli affidamenti di lavori, servizi e forniture, mediante un confronto con gli esperti delle amministrazioni aggiudicatrici e l’elaborazione delle informazioni rilasciate dall’Autorità di vigilanza.

L’analisi dei dati pubblicati dall’Anac ha evidenziato per il 2013 l’andamento negativo degli appalti di lavori, con una diminuzione del 13% delle procedure ordinarie (alla quale corrisponde una contrazione del 6% dei volumi economici) e addirittura del 21% delle procedure di partenariato pubblico-privato (con una riduzione di oltre il 50% delle risorse investite). Dalla contrazione del mercato viene stimata in media una perdita in termini di volume di affari del 16,8 per cento.

Dal confronto con i soggetti che nelle amministrazioni pubbliche e nelle società partecipate si occupano di appalti emerge come sia chiaramente percepita una tendenza consolidata all’aumento dei ribassi, che va di pari passo con un aumento della complessità delle procedure per affidamento ed esecuzione degli appalti. Sull’anticorruzione e sulla trasparenza il giudizio appare univoco e tendenzialmente negativo: le norme, oltre ad essere giudicate poco efficaci nella loro ratio, sono considerate non idonee a migliorare la qualità delle procedure ma percepite come ulteriore appesantimento degli adempimenti.

Tra gli operatori è comunque diffusa la convinzione che l’intervento in grado di incidere in misura forte sulla trasparenza sia l’introduzione di tecnologie nel processo di appalto, da accompagnare alla revisione del sistema delle Soa e la diffusione dei Protocolli di legalità. Allo stesso tempo, però, in merito all’AvcPass, la ricerca rileva le molte perplessità degli operatori, per il timore che il sistema si riveli un appesantimento.

Pur a fronte del maggior utilizzo del «Mepa» e delle procedure telematiche (ma con un indice ancora molto basso rispetto al totale) permane un notevole utilizzo degli albi fornitori, soprattutto da parte delle società partecipate, ma con una ridottissima percentuale di casi nei quali è adottato un modello di valutazione dei fornitori. A questo aspetto corrisponde, in relazione all’esecuzione dei contratti, l’utilizzo di strumenti di controllo in circa il 50% delle amministrazioni, anche se con una prevalenza di soluzioni di verifica poco strutturate.

Per individuare i fornitori le stazioni appaltanti fanno largo uso della procedura negoziata senza pubblicazione del bando di gara (26%), anche se aumenta il ricorso alle procedure aperte (24%), che risultano comunque quelle con maggior volume economico gestito. La scelta di ricorrere alla procedura negoziata è determinata da esigenze di semplicità del percorso ed è connessa anche alla riduzione del valore degli interventi tratatti, ma curiosamente la ricerca evidenzia che molti operatori vi ricorrono perché la normativa ha allentato i vincoli al suo utilizzo.

Le stazioni appaltanti dimostrano di essere molto legate al metodo selettivo più semplice e immediato, poiché nel totale delle procedure prevale largamente la valutazione delle offerte con il criterio del prezzo più basso (68%) con una forte contrazione del ricorso a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

«Le gare al massimo ribasso - riflette Ezio Melzi, ad di BravoSolution che ha collaborato alla definizione del rapporto - sono invise alle imprese che puntano su modalità più meritocratiche e meno penalizzanti dal punto di vista economico. Oggi le soluzioni tecnologiche ci sono, e le Pa potrebbero dare il giusto spazio alla componente qualitativa non solo nell’aggiudicazione, ma anche con meccanismi trasparenti di valutazione delle performance dei fornitori».

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