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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2014 alle ore 15:36.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2014 alle ore 15:38.

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Margrethe VestagerMargrethe Vestager

Il caso si riapre, ma con un cambio di campo, dai tavoli degli ispettori fiscali di Bruxelles, che comunque conducono le loro investigazioni, ora le carte affluiscono sui desktop dei funzionari dell'Antitrust europeo. Infatti, come spiegato proprio in questi giorni da Margrethe Vestager, la responsabile dell'Antitrust dell'Unione, il fatto che la fuga di notizie e di documenti riservati abbia una chiara qualificazione fiscale, non esclude affatto un intervento diretto dei suoi uffici nella gestione della crisi, al contrario, lo rende inevitabile.

L'evasione come pratica anticoncorrenziale
Il fatto, anzi, i fatti che hanno condotto alla definizione d'una strategia scorretta, elusiva, di risparmio fiscale ingiustificato e d'ampiezza internazionale ha un impatto diretto altrettanto erosivo e aggressivo sul versante della concorrenza, non solo con riferimento alle entrate tributarie dei Paesi membri dell'Unione coinvolti, in via diretta o indiretta, nella vicenda. Il dato fattuale, reale, da tenere in considerazione è che, stando l'attuale corpo normativo e giurisprudenziale dell'Unione, non può essere consentito, né tanto meno accettato, che 340 grandi multinazionali si accordino con un Paese, il Lussemburgo, per auto-garantirsi un versamento medio d'imposte sui profitti pari allo 0,25 per cento, ovvero quasi infinitamente al di sotto dell'asticella che le stesse norme fissano per le piccole o medie aziende e per un semplice cittadino che lavora. Ebbene, secondo la responsabile dell'Antitrust europeo una pratica simile non è ammissibile e deve essere frenata.

Nuovi casi e nuovi fascicoli pronti ad aprirsi?
Proprio ricordando, ed enumerando i dati del Luxembourg Leaks, Margrethe Vestager è stata piuttosto netta: “L'Antitrust ritiene che le informazioni riservate, diffuse dal Consorzio internazionale di giornalisti investigativi, si debbano considerare al pari delle informazioni di mercato e, al pari di esse, possano spingere l'Ufficio che dirigo ad aprire nuovi casi”. Naturalmente, il ruolo di imputato spetterebbe al Lussemburgo e alle sue autorità, in particolare quelle fiscal-finanziarie. In pratica, il Lussemburgo è già sotto giudizio dell'Antitrust, pur in assenza d'una formale apertura del procedimento d'esame. In dettaglio, da quanto emerso, grazie alla acquisizione dei LuxLeaks, l'Antitrust europeo avrebbe già provveduto a richiedere al Granducato non tutti, ma una serie ben precisa di “tax ruling”, cioè di risposte date dalle autorità fiscali alle aziende che ne han fatto richiesta, e questo con la finalità di individuare l'esistenza effettiva, o meno, d'una sottile strategia tendente a consegnare alle grandi aziende transnazionali che avanzavano domande e quesiti su come una determinata situazione sarebbe stata tassata risposte, nella gran parte, benevole o tacitamente favorevoli in termini di tasse e di imposte da pagare. In questo modo, si realizzerebbe una esplicita violazione del paradigma centrale del principio sulla libera concorrenza, tramutando il tax ruling in uno strumento utile per alterare flussi e andamenti di mercato violando la base reale della concorrenza. Per la stessa ragione il giudizio pending dell'Antitrust europeo pesa anche su Olanda e Irlanda.

La replica, parola alla difesa
Al riguardo, la posizione del Granducato è stata espressa, quasi come replica, in maniera, e con modi e modalità, altrettanto nette. Il Primo Ministro lussemburghese, infatti, ha prontamente specificato come trattandosi di documenti, note e materiali sottratti illegalmente, cioè trafugati, dagli archivi e dagli uffici della PriceWaterhouseCoopers, non potrà essere riconosciuto loro un valore legale tale da poter essere utilizzato in giudizio. Il primo Ministro, Xavier Bettel, ha anche aggiunto che il Granducato è senz'altro favorevole all'intensificarsi della trasparenza, ma resta contrario all'idea di elaborare un unico sistema fiscale compiutamente armonizzato.

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