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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2014 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 20 dicembre 2014 alle ore 09:09.

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È bagarre sull’elezione dei Consigli dell’ordine forense. Mentre tra poche settimane dovranno compiersi le operazioni elettorali, il regolamento del ministero della Giustizia che le disciplina è nell’occhio del ciclone. Al centro delle contestazioni avanzate da alcune associazioni c’è il mancato rispetto delle minoranze da parte del regolamento, in disaccordo con quanto previsto invece dal nuovo ordinamento forense. Il Tar del Lazio con un’assai sintetica pronuncia ha da una parte respinto la richiesta di sospensiva avanzata al giudice monocratico, ma dall’altra ha motivato il no richiamando la disposizione della legge professionale che assegna a ogni avvocato la possibilità di esprimere per non più di due terzi dei posti di consigliere. A differenza del regolamento che, utilizzando la leva della parità di genere, allarga la possibilità di voto alla totalità dei posti.

E allora esulta l’Anf, «Il Tar del Lazio - sottolinea il segretario Ester Perifano -, con la decisione inaudita altera parte in merito alla richiesta di sospensiva sul regolamento elettorale forense, ha sostanzialmente confermato le indicazioni delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato , riconoscendo sussistente l’obbligo di osservanza da parte degli Organi competenti del principio del voto limitato a 2/3» . E Perifano rilancia chiamando in causa il ministero: «È urgente, a questo punto, un intervento del ministro Orlando che rimedi alla infelice formulazione del regolamento, rendendolo rispettoso del principio riconosciuto e confermato dal Tar. Diversamente, si rischia il caos».

«Il Tar del Lazio – continua Perifano - pur rigettando la sospensiva richiesta, è stato chiaro nell’indicare una linea: quella del rispetto del disposto del comma 3 dell’articolo 28 della riforma forense, ovvero espressione di voto limitata a due terzi dei consiglieri, purtroppo azzerato dal regolamento ministeriale, ma previsto, invece, a garanzia di un pluralismo all’interno dei Consigli dell'Ordine degli avvocati».

«Attendiamo con fiducia l’udienza di sospensiva del 14 gennaio prossimo sul nostro ricorso,ma in ragione della necessità di evitare pericolose fughe in avanti, che potranno condurre solo ed esclusivamente a impugnative a gogò, chiediamo che il ministro Orlando, in regime di autotutela, provveda rapidamente ad una correzione delle norme errate, in modo da restituire forza e dignità alle voci dissonanti, e soprattutto garantire adeguata tutela della democrazia”- conclude Perifano.

A questo punto il prossimo passaggio, fissato appunto dall’udienza collegiale di metà gennaio sempre sulla richiesta di sospensiva rischia di arrivare a tempo quasi scaduto. Quando gli Ordini, avranno oltre che già fissato le assemblee per le elezioni, anche già provveduto a svolgerle (in alcuni casi almeno). Aprendo in questo modo la porta a un aumento del contenzioso.

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