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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2015 alle ore 22:08.
L'ultima modifica è del 02 gennaio 2015 alle ore 22:18.
La seconda prova si è svolta come previsto il 18 dicembre ma il concorso dell’agenzia delle Entrate per la selezione e l’assunzione di 140 funzionari tecnici resta sub judice. In arrivo potrebbero esserci infatti i ricorsi alla giustizia amministrativa di almeno 10mila concorrenti, gran parte di coloro che hanno partecipato dal 25 al 28 novembre alla prima prova: un test attitudinale a risposta multipla. Il tutto grazie a una prima pronuncia da parte del Tar Lazio: nelle scorse settimane la terza sezione presieduta da Francesco Corsaro ha emesso un decreto d’urgenza accogliendo l’istanza cautelare presentata dallo studio palermitano degli avvocati Francesco Stallone-Francesco Leone-Gabriele La Malfa - Simona Fell e Claudia Caradonna e ha così ammesso due candidati alla seconda prova.
Almeno due i vizi riscontrati. Il primo riguarda l’attribuzione del punteggio e la formulazione della graduatoria ed è alla base della decisione del giudice amministrativo. Il bando del concorso all’articolo 5 prevedeva l’ammissione alla seconda prova di 500 candidati che avessero riportato un punteggio minimo di 24/30. Un criterio che, ha riconosciuto il giudice amministrativo, è difforme a quanto previsto dall’articolo 7 del Dpr 487/1994 che fissa in 21/30 la soglia dell’idoneità per l’ammissione alle prove scritte. «Elevare la soglia da parte dell’amministrazione come avvenuto in questo caso significa sbarrare ingiustificatamente l’accesso ai successivi gradi del concorso - spiegano gli avvocati -. Alla luce poi della funzione di sfoltimento della platea dei concorrenti sembra inoltre illegittimo il contingente di 500 unità a prescindere dalla soglia di 21 e di 24 punti. Il contingente da assumere è infatti pari a 140 unità per cui l’interdizione alla partecipazione alla seconda prova dei candidati che hanno riportato l’idoneità, tanto secondo la previsione legislativa quanto secondo quella del bando, costituisce ulteriore profilo di illegittimità».
Il secondo vizio, secondo i legali, riguarderebbe l’imbustamento degli elaborati dei partecipanti al concorso: «Sin nell’immediatezza della conclusione della prima prova scritta - spiegano - sono arrivate al nostro studio molte segnalazioni da parte dei concorrenti aventi per oggetto diverse anomalie riscontrate durante lo svolgimento della prova. Ci è stato riferito, ad esempio, che a fine prova la scheda con le risposte ai quesiti non sarebbe stata sigillata e che la scheda anagrafica non sarebbe stata addirittura neanche imbustata. Se tale fatto dovesse trovare riscontro nei verbali d’aula, vi sarebbe la violazione dell’articolo 4 del Dpr 487/94 che, invece, prescrive che entrambi i documenti (modulo risposte e scheda anagrafica) debbano essere obbligatoriamente imbustati e sigillati».
Lo studio palermitano, che ha aperto un sito internet per dare maggiori informazioni agli interessati (lo si trova all’indirizzo www.ricorsoagenziaentrate.blogspot.it) ha già presentato un secondo ricorso proprio alla vigilia di Natale in rappresentanza di un gruppo di candidati e ne sta preparando un altro che presenterà nei prossimi giorni.
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