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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2015 alle ore 07:30.
L'ultima modifica è del 25 maggio 2015 alle ore 08:29.

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Per capire come mai negli ultimi anni si sia perso così tanto tempo a scrivere e riscrivere le regole della tassazione sulla prima casa basta guardare i numeri: le abitazioni principali e le loro pertinenze costituiscono più di metà di tutti i fabbricati italiani, oltre 32 milioni di unità immobiliari registrate in catasto su un totale di 62.

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Dall’abolizione dell’Ici nel 2008 al debutto della Tasi nel 2014, passando per l’Imu e la mini-Imu, la fiscalità delle prime case interessa la maggior parte delle famiglie italiane (e quindi degli elettori). E questo spiega anche gli sforzi dei governi e dei sindaci per contenere la pressione fiscale sulle abitazioni principali, in uno scenario che ha visto passare le imposte sul possesso di immobili dai 9,2 miliardi del 2011 ai 25 dell’anno scorso. Ogni medaglia ha il suo rovescio, però, e in questo caso si tratta dell’aumento delle imposte sugli altri fabbricati, residenziali e non, da cui arriva l’80% del gettito. Le case affittate, quelle sfitte e quelle date in prestito ai parenti hanno subìto i ben noti rincari degli ultimi quattro anni. E ancora maggiori sono stati gli aumenti per i negozi, gli uffici e i fabbricati produttivi del gruppo catastale D (capannoni, impianti, centrali, cliniche, cinema). D’altra parte, gli immobili industriali offrono un bersaglio perfetto: posseduti per oltre la metà da persone giuridiche (società ed enti non commerciali), hanno una rendita catastale mediamente 20 volte superiore a quella delle case e - messi tutti insieme - arrivano a una rendita pari a quella delle abitazioni principali, circa 10 miliardi di euro.

Ecco perché, pensando all’acconto Imu e Tasi da pagare entro il 16 giugno, può essere utile dare uno sguardo alla “cartina” della tassazione immobiliare, ricostruita partendo dai dati pubblicati nel volume «Gli immobili in Italia» (Entrate e Finanze) e dalle aliquote medie 2014 rilevate dal Caf Acli. I numeri, in questo caso, raccontano la tipologia di immobili esistenti, il loro utilizzo e l’incidenza del prelievo.

Le puntate precedenti:

Vai alla prima Infodata del Lunedì sui redditi degli italiani
Vai alla seconda Infodata del Lunedì sul bilancio dell'attività legislativa
Vai alla terza Infodata del Lunedì: ecco la mappa economica di Expo 2015
Vai alla quarta Infodata del Lunedì sull'identikit dei giovani europei under 30
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Vai alla quinta Infodata del Lunedì: start up e brevetti nella mappa dell’innovazione

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TAG: Tasi, Vai, Fisco

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