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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 11:36.
Nel corso dei prossimi mesi, i maggiori rischi per i nostri mercati, secondo il parere degli operatori dei mercati italiani, sono rappresentati dalla potenziale instabilità politica interna. Ciò ovviamente non stupisce, in quanto la delicata fase di risanamento in atto é fortemente condizionata da provvedimenti di carattere essenzialmente politico ed é ben noto che gli investitori internazionali, che sono pur sempre presenti nel nostro Paese, non esiterebbero un istante ad abbandonare ogni tipo di 'rischio Italià, nel caso in cui ravvisassero una potenziale inattività legislativa, la quale minerebbe alla base la potenziale ripresa economica.
Dunque sembra questo il maggiore pericolo di una nuova ondata 'speculativà contro l'Italia. Nonostante ciò, gran parte degli stessi operatori é ottimista per quanto riguarda l'andamento dei nostri mercati azionari ed obbligazionari nell'ultimo scorcio dell'anno. Questo segnale va interpretato in una sorta di 'fiducià che il 'rischio politico internò, sebbene giudicato come il pericolo maggiore per la nostra economia, dovrebbe comunque essere scongiurato.
Tale ottimismo appare guidato dalla ragionevolezza, ma va comunque mitigato dalla gravità del rischio evidenziato. Non vengono sottovalutati altre minacce, derivanti da un possibile nuovo 'down gradé delle Agenzie di Rating, il quale diverrebbe assai probabile in caso di manifesta instabilità politica e che dunque si aggiungerebbe al rischio precedente, determinando una situazione di eccezionale gravità. Minori invece, tutto sommato, appaiono i timori legati alle elezioni tedesche, mentre tra le situazioni segnalate al di fuori delle domande del sondaggio, crescente appare la preoccupazione per una possibile crisi nel Medio Oriente, generata dalla delicatissima situazione in Siria e fonte di rischi sistemici difficili da valutare.
Le variabili in grado di influenzare i mercati nel corso del prossimo autunno sono dunque diverse e di non semplice previsione. In buona sostanza, l'attesa di una più elevata volatilità dei nostri mercati appare dunque legittima ed ispira ad un atteggiamento di sana prudenza. Di conforto appare l'esito del sondaggio relativamente al giudizio verso la Banca Centrale Europea, 'ottimò per un terzo dei pareri e 'buonò per metà delle opinioni espresse. Questa valutazione mostra come gli operatori ritengano che, anche in caso di situazioni gravi, questa Istituzione, la quale gode del rispetto e della stima dei mercati, sia in grado di continuare a porre dei temporanei rimedi, che purtroppo non saranno peraltro mai definitivi, in assenza di azioni politiche altrettanto credibili e autorevoli.
(di Giuseppe Attanà, Presidente Assiom Forex)
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