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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 13:29.

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Roubini: improbabile il tapering a settembre

«È molto improbabile che la Fed inizi il tapering off, cioé la riduzione graduale degli acquisti di bond, già in occasione del meeting del Fomc di settembre. Al massimo sarà una decisione simbolica, giusto per dare un segnale ai mercati». È quanto ha detto ai giornalisti al workshop Ambrosetti di Cernobbio l'economista Nouriel Roubini secondo cui la Fed, con il solo fatto di rendere pubblico lo scorso maggio di aver iniziato il dibattito sul tapering off in seno al Fomc, è riuscito a ottenere un primo obiettivo, é cioé far salire i tassi sui decennali dall'1,6% al 3%.

Una crisi politica in Italia con la caduta del Governo Letta prima del varo della Legge di Stabilità e con il rischio di elezioni indette già entro la fine di quest'anno, da un lato, e il tapering della Federal Reserve, con la diminuzione graduale degli acquisti di bond finanziati con la creazione di nuova moneta dall'altro lato: sono questi i due eventi che potranno avere un «grande impatto negativo» sulla crescita. L'allarme lo ha lanciato stamattina Nouriel Roubini a Cernobbio, al Forum Ambrosetti e in un'intervista a Bloomberg. Senza smentire la sua fama di Dr Doom, uno dei più ascoltati economisti al mondo e professore di economia e international business all'Università di New York vede ancora più ombre che luci in Italia, in Europa e persino negli Usa.

«L'Italia è un grande fattore di rischio - ha detto in un'intervista a Bloomberg - perchè Berlusconi sta minacciando di togliere la spina al Governo Letta. Potrebbe essere un bluff. Ma se non lo è, l'Italia rischia di trovarsi senza un Esecutivo prima ancora di aver definito il budget (la Legge di Stabilità ndr)». Roubini non esclude che il Governo Letta possa cadere in tempi stretti e che l'Italia sia costretta a tornare alle urne entro la fine dell'anno quando invece avrebbe bisogno «di un Governo che duri almeno uno o due anni per varare le riforme strutturali, ma questa possibilità è molto bassa».

I fattori di incertezza all'orizzonte descritti nel Forum Ambrosetti sono numerosi per l'economista noto per la sua capacità di prevedere correttamente gli scenari più neri: la crescita americana che non è solidissima; la nomina del nuovo Presidente della Federal Reserve; il problema delle scelte di politica fiscale negli Usa, con un dibattito tuttora acceso tra Repubblicani e Democratici e il nodo irrisolto del limite al debito pubblico; l'Europa dopo le elezioni in Germania e l'Italia a rischio di nuove elezioni; i Paesi emergenti «che potrebbero avere difficoltà anche se non devastanti»; il rischio geopolitico con un eventuale attacco alla Siria che «potrebbe avere impatti enormi anche a causa dell'aumento del prezzo del petrolio».

«Gli ultimi dati economici americani sono misti - ha detto Roubini - e gli Usa hanno una crescita sotto l'1%, sotto il loro potenziale. Se la Fed dovesse decidere di uscire dal quantitative easing con il tapering, potrebbe esserci un impatto negativo sulla crescita anche in Europa». Anche nell'Eurozona, per Roubini l'esito delle elezioni in Germania («ci sarà ancora una Grande coalizione?») si inserisce in un contesto in chiaroscuro, con gli Stati periferici sofferenti per l'austerity e gli Stati core sfiniti dai salvataggi.

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