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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2013 alle ore 10:26.

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Saccomanni: presto un commissario straordinario per la spending review - Casaleggio attacca il Porcellum: un problema di democrazia

Nessun allentamento delle redini del rigore sui conti pubblici sarà consentito in nome del rafforzamento della ripresa economica. In maniera categorica, con un linguaggio inequivocabile, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha aperto il suo intervento al Workshop Ambrosetti a Cernobbio ribadendo a chiare lettere che finchè sarà ci sarà lui alla guida del dicastero dell'Economia, l'impegno del limite del 3% al deficit/Pil verrà rispettato. Ma molto si può fare all'intero di questo irremovibile paletto.

I pilastri strategici del Governo Letta illustrati dal ministro punteranno sull'«accelerazione delle riforme strutturali» con un nuovo sforzo di «spending review sulla spesa pubblica, anche se non esistono forbici per tagliare grandi cifrre da mattina a sera», una riforma fiscale che renda «il fisco più prevedibile e leggero» soprattutto per imprese e lavoro, «un migliore uso dei fondi strutturali europei e la riduzione del debito pubblico con dismissioni e privatizzazioni».

I pilastri della crescita
La premessa per qualsiasi azione di Governo è stata anche la premessa dell'intervento di Saccomanni, per il quale il rispetto degli impegni presi sul deficit/Pil - soprattutto alla luce dell'uscita dell'Italia dalla procedura d infrazione per deficit eccessivo - resta «un passaggio fondamentale per restituire la Paese la possibilità di crescere in maniera sostenibile». Quando Saccomanni è entrato a far parte del Governo Letta, ha accettato l'incarico solo a condizione che questo impegno fosse rispettato. Il ministro è consapevole del fatto che il risanamento delle finanze pubbliche è un presupposto «necessario ma non sufficiente», ma lo pone al primo posto per ricordare che è uno steccato che non può essere valicato in alcuna circostanza. E in questa chiave, dunque, il ministro ha ricordato che gli interventi presi dal Governo finora sono stati coperti inizialmente con 7 miliardi di risorse reperite con 4 miliardi di nuove entrare e 3 miliardi di rimodulazione della spesa pubblica; ulteriori 3 miliardi di interventi sono stati coperti con 2 miliardi di nuove entrate e un miliardo di tagli alla spesa.

Contemporaneamente, il Governo Letta ha attuato l'impegno di pagamento dei debiti pregressi della Pa, con l'obiettivo di erogare in tutto 18 miliardi entro il 2013 (7,2 già erogati, altri 10 in arrivo entro fine anno). «Una vera e propria manovra anticiclica», ha puntualizzato Saccomanni, del valore di «due punti di Pil tra il giugno 2013 e il primo semestre 2014». Proprio per mantenersi all'interno del 3% del deficit/Pil, qualsiasi intervento in prospettiva dovrà essere compensato tra nuove entrate e tagli alla spesa pubblica. «Non faccio previsioni - ha detto poi parlando del quadro economico italiano - ma guardando ai dati dell'economia reale il consenso è per una stabilizzazione nel terzo trimestre 2013 e un quarto trimestre con crescita positiva con il 2014 integralmente positivo».

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