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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2013 alle ore 10:26.
Eretti questi steccati invalicabili sulla disciplina di bilancio come presupposto fondamentale per raggiungere una crescita e conti pubblici sostenibili, il ministro ha tracciato poi il "da farsi", con ancora i capitoli Imu, Iva e scuola aperti ma anche la grande sfida per la crescita per la quale l'Esecutivo deve lanciare «segnali forti». Il Governo intende quindi «accelerare le riforme strutturali per rilanciare la competitività e la produttività». Saccomanni ha sottolineato in particolar modo la «carenza degli investimenti nell'high tech e nel digitale, e soprattutto nel capitale umano», che andranno incentivati.
Spending review e delega fiscale
I pilastri dell'azione di Governo, ha detto, sono la spending review, la delega fiscale, il migliore uso dei fondi strutturali europei e la riduzione del debito con un programma di dismissioni e privatizzazioni, quest'ultimo così come annunciato al G20 (ma del quale non ha dato alcun dettaglio): tutti interventi che dovranno rendere l'Italia «più attraente per gli investitori esteri».
Nel dettaglio, sulla spending review Saccomanni ha annunciato l'arrivo di un commissario straordinario assistito da una task force che gli consentirà di «lavorare con Bankitalia, Istat e Corte dei Conti». Il ministro ha tuttavia abbassato le aspettative a questo riguardo, rispondendo direttamente alle osservazioni e alle sollecitazioni del direttore del Sole24 Ore Roberto Napoletano: «Non esiste una grande forbice capace di tagliare grandi cifre per importi significativi dalla mattina alla sera», ha detto, precisando che questo lavoro «è faticoso» e che qualche risultato si è avuto finora, ma non sono stati citati numeri.
Sulla delega fiscale, Saccomanni ha riconosciuto che sarà importante per il mondo delle imprese. Il provvedimento dovrebbe essere approvato entro settembre e poi si procederà con le norme attuative. L'obiettivo resta quello di rendere il Fisco «prevedibile, leggero» per ridurre la tassazione su lavoro e imprese, rafforzare la lotta all'evasione. È prevista la revisione periodica dell agevolazioni fiscali: ma non sarà possibile in molti casi «disattivare i provvedimenti con un tratto di penna».
I fondi europeie gli investimenti esteri
Un altro pilastro delle priorità del Governo per la crescita sarà l'uso dei fondi strutturali europei, un campo dove l'Esecutivo si è già mosso. Infine il problema del debito pubblico, che Saccomanni ha ricordato non essere secondario, sarà affrontato con un programma di dismissioni e privatizzazioni che è stato presentato ai partners europei e annunciato al G20 di SanPietroburgo: ma dal ministro non sono emersi nè numeri nè tabelle di marcia nè indicazioni sulle alienazioni del patrimonio immobiliare pubblico o sulla vendita di partecipazioni azionarie in mano al Tesoro.
Per il ministro, tutta questa azione del Governo in prospettiva dovrà rendere l'Italia «più attraente per gli investimenti esteri». Molto ancora bisognerà fare per le semplificazioni amministrative e fiscali, al fine di una maggiore chiarezza in particolar modo sull'attività di impresa. Il ministro si è soffermato sul problema delle dimensioni delle imprese italiane: le grandi e le medie hanno successo, anche all'estero e sono competitive, mentre «molte piccole imprese fanno fatica ad adottare le nuove tecnologie e a competere» e per loro si dovrà fare uno sforzo ulteriore.
Le frizioni sull'intesa Confindustria-sindacati
Saccomanni ha citato a riguardo il piano sulla competitività presentato da Confindustria e dai sindacati, commentando che «va nella direzione indicata», anche se «scarso sul contributo che imprese e sindacati intendono dare». Il ministro ritiene che «il conto finale della spesa a carico del bilancio statale» in questo progetto sia «elevato» e quindi abbia poco realismo. Sul tema è successivamente interventuto il premier Letta che ha difeso l'accordo tra imprese e rappresentanze sindacali.
La peroccupazione di Saccomanni riguarda la stabilità del bilancio: «Non ci può essere crescita senza conti pubblici in ordine», questa è l'impostazione del suo pensiero. Ma qualche barlume di crescita infine ha confermato che sta arrivando. «Penso che ormai ci sia un consenso, condiviso anche a livello dei previsori internazionali, privati e pubblici, sul fatto che l'economia italiana vada verso una stabilizzazione nel terzo trimestre, una crescita nel quarto trimestre e un 2014 finalmente integralmente positivo», ha detto il ministor dl'Economia, sottolineando l'azione di Governo: «le manovre fatto dal governo sono alla base dei segnali di ripresa che stanno emergendo in questi mesi».
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