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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2014 alle ore 16:38.

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Maggiori opportunità di incassare valuta pregiata provengono dall'export petrolifero (20 mila barili che verranno raddoppiati con la connessione alla pipeline del Ciad), dalle miniere d'oro e dal potenziamento dei commerci reso possibile anche dagli investimenti in due linee ferroviarie che uniranno il Niger, privo di sbocchi al mare, all'Oceano Atlantico. Malgrado una crescita economica che da due anni è superiore al 10 per cento, il Niger resta un Paese dove oltre la metà della popolazione sopravvive con meno di un dollari giorno e i servizi di acqua potabile ed elettricità sono riservati a pochi. Le periodiche alluvioni del fiume Niger provocano migliaia di sfollati che per lo più hanno occupato con capanne spazi pubblici a Niamey. Tre campi gestiti dall'UNHCR ospitano 50 mila profughi fuggiti dal conflitto in Malì e in Niger sono ancora presenti persino alcune centinaia di profughi dei conflitti in Congo e Ruanda. "Settemila profughi sono rientrati alle loro case in Malì ma di questi 3 mila sono rientrati nei campi in Niger dopo i nuovi scontri tra tuareg e militari a Kidal" spiega Adossi Koffi Dodzi rappresentante dell'UNHCR in Niger.

L'Organizzazione internazionale per le Migrazioni gestisce a Dirkou e Arlit due campi di accoglienza per i migranti che rinunciano a raggiungere l'Europa o fuggono dalla Libia e vengono aiutati a rientrare nei loro Paesi d'origine. Molte migliaia sono anche i nigeriani fuggiti oltre il confine per sfuggire alle violenze di Boko Haram, movimento che sta sconfinando anche in Camerun. Una minaccia che molti definiscono prioritaria per il Niger e ancor più pressante rispetto a quelle provenienti da Malì e Libia. Alcuni analisti incontrati a Niamey e che hanno chiesto l'anonimato sottolineano le "relazioni opportuniste" tra i diversi movimenti jihadisti della regione legati soprattutto ai lucrosi traffici illeciti.

Fonti militari nigerine esprimono invece perplessità circa l'esito delle operazioni di sicurezza in atto lungo la frontiera con la Nigeria che rischiano di provocare un casus belli con le milizie di Boko Haram che finora hanno risparmiato il Niger.
Se tutti gli osservatori incontrati a Niamey concordano nel ritenere che la sicurezza rappresenti oggi la più grave minaccia per il Niger, fonti diplomatiche sottolineano come a medio termine la vera sfida sarà rappresentata dalla crescita demografica, la più alta del mondo con un tasso del 4%, il quadruplo dell'Italia. "I nigerini erano 1,6 milioni nel 1960, sono oggi 18 milioni dei quali i due terzi hanno di 25 anni e tra 20 anni saranno quasi 40 milioni" sottolinea una fonte qualificata al Sole 24 Ore. "Già oggi la malnutrizione determina ritardi mentali in molti bambini e senza un reale sviluppo economico e una politica di controllo delle nascite intere generazioni di nigerini analfabeti e denutriti saranno costretti a migrare o saranno facile preda dell'ideologia dei gruppi jihadisti".

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