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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2014 alle ore 20:15.
L'ultima modifica è del 30 luglio 2014 alle ore 09:31.

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(LaPresse)(LaPresse)

«Noi andiamo avanti, non ci facciamo ricattare da nessuno». Il premier Matteo Renzi sceglie Facebook per intervenire di nuovo sulle riforme. E lo fa alla fine di una giornata convulsa che ha visto fallire la proposta di mediazione di Vannino Chiti per fermare l'ostruzionismo. Ma che ha visto anche reggere il patto tra maggioranza e Forza Italia e respingere un emendamento targato Sel che disponeva, tra l'altro, l'elezione di entrambe le Camere «a suffragio universale e diretto». Facendo scattare la regola del "canguro": via 1.400 emendamenti, tra le proteste dell'opposizione e l'esultanza del Pd. Che adesso assicura: il Senato elettivo è definitivamente bocciato.

Renzi attacca: «Le sceneggiate di oggi dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per paura di perdere la poltrona». Gli fa eco la ministra Boschi: «Gli italiani non si meritano le scene che hanno dovuto vedere oggi. Gli italiani ci hanno chiesto di cambiare e lo faremo».

Sfiorata rissa Pd-M5s nei corridoi del Senato
Rissa sfiorata al Senato al termine della seduta sulle Riforme tra senatori del Pd e del M5s nei corridoi e nelle sale di Palazzo Madama. I contendenti sono stati però separati da altri colleghi e dai commessi. Già durante la seduta c'erano state forti tensioni per gli interventi dei senatori del M5s contro gli esponenti del Pd, tanto che il capogruppo Luigi Zanda aveva protestato con il presidente Pietro Grasso: «Questa seduta è servita solo per farci insultare». All'uscita è stato preso di mira dai senatori grillini soprattutto il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti, già oggetto di attacchi verbali in Aula. In sua difesa sono intervenuti alcuni senatori del Pd e ne è nato uno scontro verbale, che si è protratto nella sala Mazzini e nella sala Garibaldi, antistanti all'uscita dell'Aula.
I toni di entrambe le parti sono via via cresciuti e quando i senatori dei due schieramenti sono arrivati ad avvicinarsi fisicamente, percorrendo il corridoio dei busti, si è sfiorata la rissa, evitata grazie all'intervento di altri parlamentari dei due stessi partiti e di alcuni commessi che si sono frapposti.

Grasso applica "canguro": via 1.400 emendamenti, stop a Senato elettivo
Che il patto del Nazareno tenesse si è visto subito nel pomeriggio: al primo voto segreto è andato il primo comma dell'emendamento 1.32, targato Sel, che chiedeva di inserire , all'articolo 56 della costituzione, dopo le parole «la Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto», la frase «nel rispetto dell'equilibrio di genere e assicurando la rappresentanza delle minoranze linguistiche». I no sono stati 162, i sì 124, gli astenuti 8: il patto ha retto.

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