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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2014 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 08 agosto 2014 alle ore 09:52.

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Ruolo unico per dipendenti di Camera e Senato
Tra i punti chiave dell'articolo 39, anche la previsione di un commissario straordinario per la gestione provvisoria del Cnel - che il ddl sopprime - e l'unificazione, con tanto di statuto, del personale delle due Camere. Approvato anche un emendamento che allarga ai presidenti emeriti la platea dei 100 senatori. Secondo il testo uscito dalla commissione i senatori di nomina presidenziale non avrebbero dovuto superare il numero di cinque, compresi i senatori a vita già nominati e quelli di diritto già presenti. Ma al momento, tra senatori e vita e di diritto, i seggi occupati sono già 5 : l'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi e i senatori a vita nominati da Giorgio Napolitano, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Mario Monti. Con la modifica si corregge quindi l'errore stabilendo che i cinque senatori di nomina presidenziale terranno conto della presenza dei senatori a vita già nominati ma dal computo saranno esclusi gli ex capi dello Stato.

Lavori serrati, domani mattina voto finale
Prima della pausa il ritmo dei lavori era stato serrato, con il via libera alle nuove norme su referendum e leggi di iniziativa popolare, sul federalismo fiscale, sui poteri sostitutivi del governo e sul procedimento legislativo. E anche alla sforbiciata agli stipendi degli amministratori regionali (presidente, Giunta e consiglieri) che non potranno superare quelli dei sindaci del comune capoluogo. Il primo via libera finale dell'assemblea di Palazzo Madama sarà domani: le dichiarazioni di voto sono fissate a partire dalle 9.30. Non è escluso un intervento in aula del premier Matteo Renzi, che non ha mai nascosto quanto consideri "sua" questa riforma. «Sarà una giornata lunga e positiva», aveva detto la ministra Maria Elena Boschi entrando in aula stamane. Ma le proteste sono esplose subito, con il M5S che denuncia: «I pianisti sono tornati all'opera».

Giro di vite sugli stipendi di assessori e consiglieri
Approvato l'articolo 34 del ddl riforme, che modifica l'articolo 122 della Costituzione introducendo per tutti gli amministratori regionali - presidente, componenti della Giunta e consiglieri - un tetto massimo agli stipendi: non potranno superare quelli dei sindaci del comune capoluogo. Via libera anche all'articolo 35 (sull'obbligo di parere del Senato per lo scioglimento dei consigli regionali) e all'articolo 36, che modifica la norma sull'elezione dei 15 giudici della Consulta: un terzo resta nominato dal capo dello Stato, un terzo dalle supreme magistrature ordinaria e amministrativa, tre dalla Camera e due dal Senato.

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