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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2014 alle ore 23:29.
L'ultima modifica è del 24 settembre 2014 alle ore 21:32.
È guerra senza più alcun limite quella tra Stati Uniti e gli jihadisti sunniti dello Stato Islamico, che hanno deciso di ricattare Barack Obama uccidendo alcuni ostaggi Usa nelle loro mani. Ieri hanno diffuso un video estremamente macabro, dal titolo «messaggio all'America», in cui hanno decapitato il giornalista James Foley, 40enne freelance di Boston rapito nel 2012 in Siria.
Obama: faremo giustizia
«Quando viene fatto del male a degli americani ovunque nel mondo, noi facciamo ciò che è necessario per far si che venga fatta giustizia», ha affermato Barack Obama in una breve dichiarazione sull'assassinio del giornalista Usa James Foley. «Il mondo è inorridito» dal brutale assassinio, ha detto il presidente americano, sottolineando che «l'Isis non parla di religione. Le loro vittime sono in massima parte musulmani e nessuna fede insegna alla gente a massacrare gli innocenti».
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Allo studio invio di piccolo contingente Usa
Il Pentagono sta studiando un piano per l'invio di «un piccolo numero di truppe addizionali» in Iraq. Lo riportano i media americani citando fonti dell'amministrazione. Si tratterebbe di «meno di 300 soldati» soprattutto per rafforzare la sicurezza attorno a Baghdad, ha detto una fonte del Pentagono a media Usa
Nelle immagini si vede Foley in ginocchio con una tuta arancione, come quella indossata dai prigionieri di Guantanamo con alle spalle un uomo vestito di nero. Poco dopo - pochi i frammenti diffusi al momento - si vede il corpo di Foley con la testa insanguinata poggiata in grembo.
Prima delle immagini della decapitazione si leggono delle scritte in arabo e inglese per spiegare che questa è la prima risposta promessa a Barack Obama per i raid aerei degli ultimi giorni contro Isis.
Il boia con l'accento inglese
Il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, ha riconosciuto che il giustiziere del reporter americano James Foley potrebbe essere un cittadino britannico. In un'intervista alla Bbc Radio, il capo della diplomazia di Londra ha detto che saranno necessari ulteriori accertamenti, ma che «apparentemente si tratta di una persona britannica» e ciò non sarebbe sorprendente considerato «il significativo numero» di britannici che combattono nelle file dell'Isis (lo Stato Islamico) in Siria e in Iraq. Nell'intervista il ministro Hammond ha espresso il suo sentimento di «orrore assoluto, davanti a quella che sembra essere una brutale esecuzione». L'autenticità del video deve essere ancora accertata.
Raid che hanno portato gli Usa, «su una superficie scivolosa verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani. Qualsiasi tuo tentativo, Obama, di negare le libertà e la sicurezza ai musulmani sotto il califfato islamico (il regime imposto da Is in parte di Iraq e Siria a fine giugno, ndr) porterà alla carneficina della tua gente».
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