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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2014 alle ore 11:46.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2014 alle ore 12:54.

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Comunque, Confindustria è pronta a fare la propria parte e alla domanda se Squinzi si fosse sentito snobbato da Renzi, la risposta è stata negativa: «Non mi sono sentito snobbato, al di là di qualche battuta sulla rappresentatività dei corpi intermedi. Abbiamo continuato a dare la nostra collaborazione con senso di responsabilità, sosterremo in modo deciso il governo se sarà capace di fare le riforme».

Di fronte alla prospettiva di un voto anticipato, Squinzi ha sottolineato di essere per la stabilità. «L'ideale è portare avanti l'azione di governo senza esporre il paese ad un ulteriore trauma. Ci aspettiamo dal Parlamento un supporto fattivo all'azione di governo. Se non dovesse accadere, qualsiasi prospettiva sarà frutto di una scelta politica».

Squinzi ha anche ripetuto di non condividere l'affermazione del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, sulla mancanza di impegno delle imprese sugli investimenti: «Non sono d'accordo con questa visione. Sono tanti gli imprenditori che continuano ad investire, il problema sono le condizioni di mercato e il sistema paese, che deve farsi un esame di coscienza». E riguardo alle polemiche sugli imprenditori da salotto Squinzi ha sottolineato: «non ho mai fatto finanza e come me tanti imprenditori. La mia Confindustria è fatta da industriali che non frequentano i salotti ma si mettono in gioco», aggiungendo di sottoscrivere il suggerimento dell'ad di Fiat Sergio Marchionne a Renzi, cioè di piantare tre chiodi, fissare tre obiettivi e realizzarli.

Squinzi ha colto l'occasione dell'intervista anche per smentire le notizie circolate su un suo possibile abbandono a fine anno: «In Italia circolano sempre tante fantasie, credo in quello che faccio, nei 600 giorni che mancano al termine del mio mandato continuerò ad impegnarmi come presidente di Confindustria perché il paese ha bisogno di cambiare».

Infine l'Expo: «Ci ho creduto sin dall'inizio e sono tanti che si sono impegnati molto, cito per esempio Diana Bracco. Abbiamo perso 5 anni, ora siamo in zona Cesarini, dobbiamo impegnarci a fondo, mancano 200 giorni all'apertura». Per Squinzi la prospettiva di 20 milioni di visitatori in 180 giorni è un po' ottimistica, Milano farebbe anche fatica a sostenere questo impatto perché le infrastrutture non sono adeguate. E sulla corruzione ha rilanciato l'impegno di Confindustria, ricordando il recente incontro con il presidente dell'Autorità contro la corruzione, Raffaele Cantone: «Ha idee molto chiare e si sta impegnando nella giusta direzione, come Confindustria siamo contro la corruzione e lo tradurremo in atti concreti».

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