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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 14:55.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 21:14.

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Sono sette gli emendamenti presentati dalle minoranze Pd alla legge delega sul lavoro, che approda domani all'esame dell'aula del Senato dopo il via libera della commissione lavoro. Tra questi spicca l'emendamento che prevede la piena tutela dell'articolo 18 (con possibilità dunque di reintrego) per i neoassunti, dopo i primi tre anni di applicazione del nuovo contratto a tutele crescenti. I sette emendamenti (firmati da un minimo di 28 senatori a un massimo di 38) sono tutti all'articolo 4 della legge delega, che riguarda il riordino delle forme contrattuali. Ma il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), contrattacca: « Gli emendamenti drlle minoranze Pd al Jobs act sono irricevibili, non li voteremo mai». Mentre il ministro dell'Economia Padoan bolla come «paradossale» il dibattito sull'articolo 18. E aggiunge: «non possiamo permetterci di fermare le riforme». A lui fa eco la vicesegretaria Pd Debora Serracchiani, che incalza: «Renzi non accetterà diritti di veto da parte di nessuno».

Il termine per la presentazione degli emendamenti alla delega sul lavoro, il Jobs act, per l'aula del Senato è scaduto alle 19. Sono circa 700 gli emendamenti depositati (450 da Sel). Di questi una quarantina arriverebbe dal Pd, comprese le proposte di modifica della minoranza del partito. In serata è prevista un'assemblea congiunta dei 110 parlamentari «bersaniani», contrari all'abolizione del "reintegro" in caso di licenziamento senza giusta causa. Un'opzione, quella del "reintegro", che Renzi vorrebbe sostituire con un mero risarcimento econonomico, proporzionale all'anzianità di servizio. Intanto, quello dell'articolo 18 è stato definito «un problema minore» dal presidente dell'Espresso, Carlo De Benedetti, per il quale le resistenze all'interno del Pd alla linea di Renzi «sono comprensibili ma devono essere superate».

Emendamento minoranza Pd: dopo 3 anni reintegra ex articolo 18
Uno dei sette emendamenti presentati dalle minoranze Pd in Senato all'articolo 4 del Ddl con il Jobs act prevede per i nuovi assunti con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti una tutela "piena", con possibilità, a partire dal quarto anno, di reintegro in caso di licenziamenti illegittimo. Lo chiedono le minoranze del Pd (area riformista, sinistra dem, civatiani). A firmare l'emendamento sono stati 29 senatori, la prima firma è di Federico Fornaro.

Riforma contratti dopo gli ammortizzatori
Non solo. Un altro emendamento chiede che la riforma dei contratti, con l'introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, dovrà essere fatta solo dopo (o anche contestualmente) la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive. La proposta, a prima firma Cecilia Guerra, è stata sottoscritta da altri 37 senatori. In un altro emendamento, firmato da 31 senatori, si chiede di «individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti, ai fini di poterne valutare l'effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo nazionale e internazionale, in funzione di interventi di semplificazione o superamento delle medesime tipologie contrattuali».

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