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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 08:29.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2014 alle ore 12:13.

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Ma ancora più devastante è la seconda parte delle rivelazioni. Subodorando come sarebbe andata a finire, la Segarra ha registrato molte delle conversazioni tra lei e i suoi superiori. Le 46 ore di registrazioni, distillate in un programma che raccomando caldamente a tutti (http://www.thisamericanlife.org/radio-archives/episode/536/the-secret-recordings-of-carmen-segarra), dipingono un'immagine terribile, ma purtroppo familiare. Nonostante i suoi superiori apprezzino le qualità della Segarra (che oltre a una laurea in legge a Cornell vanta un master in francese a Columbia, e parla cinque lingue), cominciano a rimproverarla per il suo tono e il suo atteggiamento.

«Non metto mai in dubbio la tua conoscenza e il tuo giudizio - afferma il suo superiore in una delle registrazioni - è come tu sei vista qui … Molte persone ti percepiscono come troppo tagliente, un po' rompiscatole». Ma in un mondo di persone che si girano dall'altra parte per non vedere, come si fa a fare il proprio dovere di supervisore senza essere taglienti e rompiscatole?

Per esempio quando un dipendente di Goldman, la banca da lei supervisionata, afferma che «se un cliente è sufficientemente ricco, certe leggi di protezione del consumatore non si applicano», i suoi superiori cercano di convincerla a dichiarare di non aver sentito quella frase. Quando lei insiste, affermano che il dipendente di Goldman «non intendeva dirla» e fanno di tutto per escludere questa frase dai verbali dell'incontro. Dopo quest'episodio i «consigli» dei superiori della Segarra, tendono a diventare delle non tanto implicite minacce: «Devi cambiare rapidamente se vuoi avere successo qui dentro».

Ma la Segarra non demorde. Scopre che Goldman non solo non ha una policy sul conflitto di interesse, non ha neppure una definizione di cosa sia il conflitto di interessi, nonostante le belle frasi contenute sulla pagina web. I superiori fanno di tutto per farle cambiare il suo report. Alla fine - quasi in lacrime - lei cede, ma - come Galileo di fronte all'inquisizione - afferma: «Ma tra questi quattro muri dichiaro che sono convinta che Goldman non abbia alcuna policy». Dopo pochi giorni viene licenziata.

La storia ha un finale triste. Il suo licenziamento è un segnale fortissimo a tutti i dipendenti della Fed. Nonostante i suggerimenti del rapporto interno, chi dissente è isolato e poi espulso. Solo un eroe avrebbe il coraggio di continuare a fare il suo lavoro in modo corretto. Ma - diceva Bertold Bercht - «Felice il paese che non ha bisogno di eroi!».

periamo che lo scandalo suscitato dalle rivelazioni delle conversazioni e del report possa cambiare la situazione. Ne va della stabilità del sistema finanziario di tutto il mondo.
Questi episodi accadono nonostante una società americana che educa i bambini a speak up quando gli insegnanti sbagliano, che protegge i denunzianti civici, anzi li ricompensa profumatamente, che crea gli incentivi anche monetari per combattere per le ingiustizie (la Segarra ha chiesto $7 milioni di risarcimento alla Fed). A questo proposito, mi permetto un consiglio al governatore Ignazio Visco. Perché non assume la Segarra? Parla italiano (oltre che inglese, francese e tedesco). È esperta di supervisione. E la sua assunzione manderebbe un segnale chiaro che da noi la cultura della supervisione è diversa.

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