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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2014 alle ore 09:30.
L'ultima modifica è del 16 novembre 2014 alle ore 09:50.
La debolezza del commercio internazionale non favorisce le esportazioni tedesche in particolare quelle (molto importanti) di beni strumentali a causa del rallentamento degli investimenti nelle economie emergenti. Le critiche internazionali alle politiche autocentrate del Governo tedesco stanno aumentando e noi speriamo che il G-20 sia molto determinato nelle sue pressioni. È tuttavia necessario che alle stesse si aggiungano anche quelle delle Istituzioni europee.
L'Italia e l'Europa. Il nostro Paese potrebbe svolgere al proposito un ruolo importante attraverso il Parlamento Europeo dove il gruppo socialista democratico italiano è stato determinante per esprimere il Presidente Schulz. È questa una personalità politica che può contare molto sia perché ha sempre espresso la sua scelta per politiche di crescita sia perché ha difeso il bilancio comunitario 2014-2020 quando il Consiglio europeo voleva ridimensionarlo sia perché il Parlamento europeo ha adesso molti più poteri politici nei confronti della Commissione europea. Per questo speriamo che il Governo italiano ne tenga conto anche per bilanciare il ruolo dei tecnocrati della Commissione.
Intanto in Italia il Governo prosegua sulla strada delle riforme cercando di evitare lo scontro sociale. In una buona democrazia le decisioni finali spettano al Parlamento e al Governo ma la trattativa con le parti sociali è tanto auspicabile quanto importante specie in momenti difficili come questi e non solo per evitare che le legittime rappresentanze vengano scardinate da estremismi. Chiedere al Governo di riportare l'Italia alla crescita e all'occupazione è necessario ma non si possono avere risultati facili. La legge di stabilità e le altre misure di riforma sono realistiche e vanno anche nella direzione su cui l'Europa ha espresso quella condivisione necessaria per darci un po' più di flessibilità fiscale.
Una conclusione. La ripresa dell'Eurozona non può essere affidata solo alla Bce come molti ancora credono. Più volte abbiamo detto che la Bce ha fatto tanto ma adesso, anche per la diluizione temporale (causa il frenatore tedesco) delle sue misure (che prima bastava annunciare), sarà sempre meno efficace come ritengono vari operatori internazionali. Perciò bisogna convincere e condizionare la Germania ad una politica di investimenti infrastrutturali (materiali ed immateriali) europei. Purtroppo si ha spesso l'impressione che la Germania (che è davvero un modello di economia sociale manifatturiera e tecnoscientifica) si consideri una "locomotiva" che non ha bisogno di "euro-vagoni" visti come "trainati" e non come espressione di forze cooperative per un'economia europea più solida e sostenibile, ambientalmente e socialmente.
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