Notizie AmericheUsa-Cuba, il disgelo sarà graduale
Usa-Cuba, il disgelo sarà graduale
dal nostro corrispondente Mario Platero | 19 dicembre 2014
New York - I più felici in America sono i fumatori di sigari: i cubani, Cohiba in testa, forse il migliore, in America sono proibiti, illegali. In alcuni stati è possibile fumare marijuana, ma guai a mostrare un Cohiba di contrabbando. Cambierà qualcosa dopo il disgelo prenatalizio di mercoledì? Sarà possibile importare i cubani in America? Qualcosa cambierà, ma non tutto, non si potranno importare i sigari per commercio, ma per uso personale sì. Chi si troverà a Cuba potrà comprare e portare legalmente in America fino a 100 dollari di sigari. Complessivamente un americano potrà comprare souvenir fino a 400 dollari, con un limite di 100 dollari anche per l’alcol, il rum in particolare, di nuovo ricercatissimo.
Il giorno dopo l’annuncio storico di Barack Obama e Raul Castro ci si accorge che le opportunità economiche, che potrebbero trasformare Cuba da una parte e aprire un mercato nuovo per l’America dall’altra, rispondono sempre allo stesso postulato: qualcosa cambierà ma non tutto. E ci sono due grandi categorie su cui soffermarsi: le nuove liberalizzazioni con impatto macro, che potranno cioè migliorare l’economia del paese, e quelle con impatto micro, che potranno cioè beneficiare i consumatori. A Cuba infatti c’è penuria di moltissimi beni comuni, dai letti ai telefoni ai beni alimentari, che oggi si fa molta difficoltà a trovare.
Barack Obama ad esempio ha annunciato che si potranno esportare “impianti per la telecomunicazione”, ma non è chiaro se saranno inclusi anche i telefoni. Resteranno in vigore le categorie di viaggiatori autorizzati ad andare legalmente a Cuba, fra questi giornalisti, ricercatori, prelati, rappresentanti del governo, ma non potranno ancora andarci i turisti americani che avrebbero portato grande flusso di business. Obama ha anche potuto autorizzare l’apertura di certe attività finanziarie, si potrà usare la carta di credito, e ha aumentato le rimesse ai famigliari cubani dall’America da 500 dollari al trimestre a 2.000 dollari al trimestre. Ma il grosso delle attività resterà off limits.
Su tutto infatti prevalgono numerose leggi approvate dal Congresso a partire dal 1961, subito dopo il colpo di stato di Fidel Castro con aggiunte successive nel 1992,1996,1999. Alcuni anni fa ci fu un aggiunta voluta dall'allora senatore Ted Kennedy che intimò l’extraterritorialità: chi voleva fare affari anche commerciali con l’America non avrebbe potuto farli con Cuba. Questa legge è spesso aggirata ma se le autorità americane dovessero rilevare una violazione, in teoria l’azienda che ha violato le regole sarà penalizzata e non potrà più vendere o operare negli Stati Uniti.
È difficile immaginare che oggi queste normative, soprattutto l’extraterritorialità, che ci riguarda più da vicino, saranno applicate alla lettera dopo la notizia della normalizzazione del rapporti. Ma è anche chiarissimo che si tratta di una normalizzazione molto parziale. Obama, nonostante la sua buona volontà sarà vincolato dalle leggi e difficilmente otterrà concessioni da un Congresso che sarà a maggioranza repubblicana e che per bocca dei suoi più importanti esponenti ha già criticato la decisione del presidente. Obama però va avanti per la sua strada e la Casa Bianca ieri nan ha escluso una visita di Raul Castro.
Si tratterà anche di capire quali passi farà il governo cubano per agevolare e introdurre la privatizzazione di alcune attività o per agevolare una evoluzione democratica a Cuba. Per ballare insomma bisogna essere in due. E se Raul Castro prendesse ispirazione ad esempio dalle evoluzioni economiche cinesi forse ammorbidirebbe il Congresso, otterrebbe molto di più e, soprattutto, scatenerebbe una crescita incredibile in un Paese finora strozzato dalle regole, dai limiti al mercato e al profitto e dalla statalizzazione oltre che dagli embarghi americani.
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