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Sicurezza, Cazeneuve: «Valutare modifiche a Schengen». Alfano: «Stato di allerta a livello massimo»

Ap/LaPresse
Ap/LaPresse

Parigi - “Il rischio zero non esiste” per nessuno, quindi neppure per l'Italia. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al termine del vertice straordinario di Parigi che ha visto la partecipazione di undici ministri dell'Interno dei Paesi europei più toccati dal fenomeno dei “foreign fighters”, cioè i giovani che partono per combattere in Iraq o in Siria e spesso tornano con l'obiettivo di commettere attentati “in casa”, cui si sono aggiunti il segretario di Stato americano alla Giustizia Eric Holder (il quale ha annunciato un summit internazionale antiterrorismo il 18 febbraio a Washington) e il coordinatore europeo della lotta al terrorismo Giulles de Kerchove.

“In queste ore – ha aggiunto Alfano – si stanno riunendo tutti i comitati territoriali coordinati dai prefetti per valutare le diverse situazioni ed eventualmente prendere decisioni operative ulteriori alla luce di quanto avvenuto nella capitale francese”.
Il ministro ha confermato le stime sul numero di “foreign fighters” italiani - una cinquantina, certo nulla a che vedere con gli oltre 1.100 francesi - spiegando che non si può escludere la presenza di cellule terroriste dormienti anche in Italia. Proprio per questo “il monitoraggio degli elementi a rischio è continuo e lo stato di allerta è al livello massimo”.

Il ministro francese Bernard Cazeneuve ha dal canto suo detto chiaramente che “le attuali norme europee non sono sufficienti a lottare efficacemente contro il terrorismo”, contro le nuove minacce del fondamentalismo islamico. Il vertice ha quindi deciso una serie di iniziative: rivedere e aggiornare il sistema di informazioni relativo dell'area Schengen per avere maggiori controlli sui passaggi alle frontiere esterne dell'area, con l'approfondimento delle informazioni sulle persone considerate a rischio; accelerare l'approvazione del cosiddetto Pnr (passenger name record), cioè la schedatura dei passeggeri degli aerei, per intercettare rapidamente i “foreign fighters”, trovando un accordo con il Parlamento europeo che ha bloccato la misura in nome della difesa della privacy; costruire una maggiore cooperazione con i grandi gruppi del web per monitorare l'uso, abilissimo, che viene fatto della rete da parte delle organizzazioni terroristiche (per attività di propaganda, reclutamento e istruzione) e intervenire quindi rapidamente con il blocco degli accessi; usare internet per fare dell'azione informativa di contrasto alle centrali del terrore.

Oltre a un rafforzamento generale dei sistemi di scambio di informazioni (ancora inadeguato a causa delle diverse legislazioni, e sensibilità, nazionali) e delle strutture sovranazionali e multilaterali, di polizia e giudiziarie: Europol, Interpol, Eurojust.
Sul delicato tema di Schengen, Alfano ha osservato che “non si tratta certo di rimettere in discussione questo formidabile spazio di libertà, ma appunto di controllarne e presidiarne meglio le frontiere”. Cazeneuve ha infine annunciato che la presidenza lettone di turno dell'Unione europea convocherà un consiglio straordinario dei ministri dell'Interno e della Giustizia, per varare le prime misure concrete, in tempi brevissimi, prima del Consiglio europeo del 12 febbraio.

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