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Nuovi addii a Cinque Stelle: in 10 lasciano il gruppo. Ecco chi sono

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la fuga dal m5s

Nuovi addii a Cinque Stelle: in 10 lasciano il gruppo. Ecco chi sono

Non si ferma la fuga dal Movimento Cinque Stelle. Oggi altri dieci parlamentari (nove deputati e un senatore) hanno annunciato le dimissioni dal gruppo: «Basta con inutili slogan e basta con l’essere una forza di opposizione duramente distruttiva, becera, casinista».

Sputi e urla contro Rizzetto
Sputi e urla di contestatori Cinque stelle per impedire all'ex deputato M5s Walter Rizzetto di entrare nella sede del Pd di largo del Nazareno per incontrare Matteo Renzi sul Quirinale. Quando Rizzetto è arrivato al Pd, i contestatori gli hanno gridato «vergogna, non eri nessuno. Ora ti devi dimettere». Rizzetto è stato circondato dalla polizia che lo ha scortato lontano dalla sede Pd mentre i contestori ancora inveivano contro di lui.

Attacco al direttorio: vertice abusivo e traditore
«Noi vogliamo cambiare l’Italia e farlo con coerenza e responsabilità», ha spiegato una dei fuoriusciti, Mara Mucci, in conferenza stampa. «Il M5S è nato per cambiare le cose. Tra non capire e rimanere in silenzio abbiamo scelto di ribellarci ancora una volta, siamo un cantiere aperto». Poi l’attacco al direttorio: «I vertici abusivi del Movimento dovrebbero dimettersi, perché hanno tradito i principi per cui il Movimento è nato».

Ora passano al Gruppo Misto

I parlamentari che abbandonano il gruppo, oltre a Mucci, sono Tancredi Turco, Walter Rizzetto, Aris Prodani, Samuele Segoni, Eleonora Bechis, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato, e il senatore Francesco Molinari. Ora alla Camera si uniranno agli altri già usciti, come Tommaso Currò, in una componente del Gruppo Misto, “Alternativa Libera”, perché (ancora) non hanno i numeri (servono almeno venti deputati) per costituire un gruppo autonomo.

Il ruolo nella partita del Colle
A chi, come Luigi Di Maio a Radio24, parla di «campagna acquisti in corso per il Quirinale», i dieci parlamentari rispondono sereni e aprono al Pd, chiarendo che se dovessero essere chiamati dal premier Matteo Renzi non avrebbero problemi ad andare (e a sostenere un candidato). «Noi siamo disponibili ad appoggiare un nome che sia di garanzia per i prossimi sette anni», ha chiarito Rizzetto. Aggiungendo però che «il nome che eventualmente uscirà da queste cosiddette “consultazioni” deve essere di specchiata moralità e deve essere garante, non un nome di questi che circola nelle ultime ore... Meno giochetti possibili e meno tatticismi».


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