I flussi migratori «possono essere un canale per infiltrazioni terroristiche, ma non ci sono segnali specifici che ciò stia avvenendo. Quando c'era Mare Nostrum, ciò era un deterrente perché era difficile infiltrarsi passando su navi della Marina». Lo ha detto il sottosegretario ai Servizi e all’Intelligence, Marco Minniti, al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
Minniti: Mare Nostrum deterrente a infiltrazioni terroristi
«È evidente che i flussi migratori possono essere utilizzati per infiltrare terroristi - ha sottolineato Minniti - ed è evidente che attraverso questo canale potrebbero tornare i foreign fighters, ma non c'è segnale specifico che ciò stia avvenendo» ha spiegato Minniti. Quanto ai Cie «potrebbero essere teoricamente centro di reclutamento, ed anche su questo c'e' la massima attenzione; nel momento in cui si dice che una cosa non c'è, non significa sottovalutare il problema ma fare una fotografia dell'esistente».
«Non ci sono divisioni governo su decreto antiterrorismo»
Quanto al decreto anti-terrorismo rinviato già tre volte dal Cdm, Minniti ha negato divisioni nell’esecutivo. «Il governo ha allo studio dei provvedimenti sul terrorismo che il Consiglio dei ministri approverà rapidamente. Fare un decreto su questi temi mentre sono in corso le consultazioni per l'elezione del capo dello Stato non c'è sembrato giusto, ma non ci sono divisioni all'interno del governo», ha detto il sottosegretario.
«Salvaguardare Schengen, Pnr punto cruciale»
«Schengen va salvaguardato, è il cuore dell'Europa - ha aggiunto Minniti -. Dobbiamo sempre di più mettere in connessione gli elementi conoscitivi tra i paesi europei, mettere rapidamente in rete tutte le informazioni. In Italia abbiamo il Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo (il C.a.s.a., ndr), che è un piccolo gioiellino: il mio sono e' avere un C.a.s.a. europeo. Dobbiamo correre su questo, è l'orizzonte che ci consente di avere una sufficiente capacità di prevenzione». Secondo Minniti inoltre il Passenger Name Record (PNR) delle compagnie aeree «è un punto cruciale che ci consente di mantenere Schengen» e «non influisce sul principio di privacy». «Non mi convince - ha concluso il sottosegretario -l'impostazione di chi cerca di mettere in contrasto le esigenze di sicurezza del Paese con l'esigenza della privacy».
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