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La Grecia di Tsipras rompe il fronte europeo sulla Russia. Nasce un asse…

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le mosse di tsipras

La Grecia di Tsipras rompe il fronte europeo sulla Russia. Nasce un asse con Putin?

Nikos Kotzias  (Afp)
Nikos Kotzias (Afp)

Lunedì scorso, il giorno dopo la vittoria elettorale di Syriza, il partito della sinistra radicale ad Atene, il neo premier Alexis Tsipras, 40 anni, è andato a far visita all'ambasciatore russo nella capitale greca per annunciargli, in gran segreto, che il suo governo avrebbe minacciato di porre il veto a una nuova ondata di sanzioni economiche a Mosca sulla crisi ucraina, azione che richiede l'unanimità dei 28 Paesi membri.

Successivamente il ministro degli esteri greco, Kotzias, ha annunciato pubblicamente che Atene non avrebbe sostenuto la decisione di porre altre sanzioni contro Mosca, affermazione che ha fatto sobbalzare sulla sedia i responsabili delle politiche estere delle cancellerie in Europa e in America.

Che sta succedendo nella piccola Atene squassata da sei anni di recessione, la peggiore dai tempi della seconda guerra mondiale e dalla drammatica sconfitta da parte dei turchi in Anatolia nel 1922 che fece sparire qualsiasi presenza greca in Asia minore dai tempi di Omero? Il partito filo-nazista Alba dorata ieri ha subito plaudito all'iniziativa del governo rosso-nero (formato da una strana alleanza tra sinistra radicale e destra nazionalista dei Greci Indipendenti) affermando che gli interessi geopolitici greci sono contrari alle sanzioni alla Russia e alle politiche di austerità imposte dalla troika.

Nell'incontro svoltosi poi giovedì a Bruxelles il ministro degli Esteri greco Kotzias ha cantato vittoria affermando che «è stata scelta la strada del dialogo» con Mosca e che quindi Atene non ha dovuto mettere il veto. Insomma, un punto a favore del nuovo governo greco che ha fatto vedere a Mosca che la piccola Grecia può essere un alleato prezioso anche in nome delle comuni tradizioni ortodosse, sebbene Tsipras abbia rifiutato di giurare nelle mani del primate ortodosso di Grecia a differenza del suo alleato Panos Kammenos, ministro della Difesa che come primo viaggio all'estero ha scelto Nicosia, capitale dell'isola di Cipro ancora divisa in due parti dal 1974, zona turco-cipriota e zona greca-cipriota, unica riconosciuta internazionalmente.

L'inconcludente incontro a Bruxelles dei ministri degli Esteri della Ue ha subito provocato un segnale di disponibilità da parte di Mosca, che peraltro non naviga certo in acque finanziariamente tranquille, ad aiutare Atene. Un segnale analogo era partito anche a favore di Cipro nel 2013 quando l'isola aveva fatto default a e chiesto aiuti prima a Mosca (senza successo) e poi alla Ue e all'Fmi.

La Russia, infatti, si è detta disponibile a fornire aiuti finanziari alla Grecia sempre più in rotta di collisione con i suoi partner europei e l'Fmi. Lo ha dichiarato in un'intervista alla Cnbc a Mosca il ministro delle Finanze Anton Siluanov. La Grecia non ha ancora avanzato alcuna richiesta, ha precisato il ministro di Vladimir Putin, ma «se lo facesse lo prenderemmo sicuramente in considerazione». Un segnale importante di disponibilità per aiutare l'alleato greco.

Nel caso della privatizzazione della società greca proprietaria della rete del gas, Bruxelles e Washington posero il veto alla cessione a Gazprom, il gigante russo dell'energia. Ora però i giochi si riaprono. E non solo in campo energetico.

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