Italia

Forza Italia: «Patto Nazareno non più vincolante».…

  • Abbonati
  • Accedi
scontro sulle riforme

Forza Italia: «Patto Nazareno non più vincolante». Pd: «Meglio». Berlusconi respinge dimissioni vertici

Restano in circolo le scorie provocate dalla partita sul Colle. E i rapporti tra Fi e Pd rischiano di avvelenarsi. Ieri Renzi a Porta a Porta aveva difeso il dialogo con Fi, «perché le regole si scrivono insieme». Poi in un tweet mattutino aveva assicurato: «Porteremo a casa le riforme. Gli italiani con referendum avranno ultima parola. E vedremo se sceglieranno noi o chi non vuole cambiare mai». Ma nel documento approvato in giornata dal comitato di presidenza, Forza Italia ha sancito che il Patto del Nazareno non è più vincolate («Riteniamo Forza Italia libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo»). Una linea alla quale hanno risposto a tono prima Debora Serracchiani, vice segretario del Pd («Se il patto del Nazareno è finito, meglio così»). E poi, a ruota, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti («Contenti loro, contenti tutti. Ognuno per la sua strada»). Segno che la presa di posizione è stata concordata con Renzi, che oggi ha twittato sicuro: «Porteremo a casa le riforme. Gli italiani con referendum avranno ultima parola».

Si allontana intanto la resa dei conti dentro Fi, rimasta fuori dalla partita per il Quirinale. Il leader della “fronda”, Raffaele Fitto, ha rilanciato la necessità di «azzerare tutte le cariche». Alla riunione ristretta del comitato di presidenza, convocato a palazzo Grazioli, i capigruppo, i vice capigruppo, e tutti i vertici del partito, hanno rimesso nelle mani di Berlusconi il lori mandato. Ma l’ex Cavaliere ha respinto le dimissioni, confermando a tutti i dirigenti piena fiducia.

Documento Fi: su riforme valuteremo senza vincoli
I segnali da Forza Italia sul fronte delle riforme, intanto, non sono incoraggianti. In un passaggio del documento approvato dal Comitato di presidenza di Fi si legge: «Riteniamo Forza Italia libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte». Una linea confermata dal consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, che ha rilanciato: «Il patto del Nazareno è rotto, congelato, finito». E ha aggiunto: «Decideremo volta per volta. Detto ciò, noi non faremo i kamikaze, le riforme sono patrimonio del paese, ma non ci sentiamo di dover votare tutto per forza». Da Toti è arrivato anche un monito a Renzi a non pensare di essere autosufficiente sulle riforme in Parlamento: «Stando ai numeri che abbiamo espresso in Senato - ha detto - io non starei così sereno. Siamo stati più volte determinanti».

Serracchiani: Nazareno finito? Meglio così
Moniti di fronte ai quali il Pd non si scompone, anzi rilancia. «Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio», ha scritto in una nota Debora Serracchiani, vice segretario del Pd.

Lotti a Fi: ognuno sua strada,meglio per tutti
Sulla stessa linea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, che ha commentato così il documento di Forza Italia sul patto del Nazareno: «Contenti loro, contenti tutti. Ognuno per la sua strada, è meglio per tutti. Per noi, sicuramente».

Riforme, aula Camera voterà da martedì a sabato
Intanto la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso a maggioranza che l’Aula della Camera voterà sulle riforme costituzionali da martedì a sabato. Ha protestato Fi: «si sceglie di violentare il Parlamento, il che è inaccettabile»,ha sostenuto Renato Brunetta.

Fitto: azzerare i vertici, serve svolta
Sembra allontanarsi intanto il momento della resa dei conti dentro Forza Italia, dopo la debacle della linea portata avanti dai vertici azzurri sulla partita per il Quirinale. Il leader dei frondisti, Raffaele Fitto, organizzato una conferenza stampa per ribadire la richiesta di azzerare i vertici del partito, accusati di aver compiuto «grandissimi errori», non solo sulla partita per il Quirinale, ma anche «sulle riforme e sulla legge elettorale». «Resto in Forza Italia - ha scandito l'europarlamentare azzurro - ma apriamo con forza un confronto nel partito sulla linea politica e sul suo assetto» perché dopo gli «errori clamorosi» degli ultimi tempi è necessario «l'azzeramento di tutte le cariche di partito e nei gruppi. In politica non si può essere uomini di tutte le stagioni».

Berlusconi respinge dimissioni vertici, fiducia confermata
Alla riunione del Comitato di presidenza ristretto il capogruppo alla Camera Renato Brunetta e i vice capigruppo presenti, hanno rimesso nelle mani di Silvio Berlusconi le dimissioni dai rispettivi incarichi. Ma Berlusconi le ha respinte in blocco confermando la sua piena fiducia a tutti i dirigenti.

Fi: Mattarella sarà arbitro imparziale
Prima dell'avvio del “parlamentino” di Forza Italia a palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi ha riunito i vertici azzurri. All'incontro erano presenti Giovanni Toti, consigliere politico, Deborah Bergamini, responsabile comunicazione, i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani e Maria Rosaria Rossi, tesoriera di Fi. Nei giorni scorsi era stata proprio la Rossi, fedelissima di Berlusconi, a mettere sotto accusa Gianni Letta e Denis Verdini, definiti «duo tragico» per la gestione «fallimentare» della partita del Quirinale, conclusasi con la decisione di votare scheda bianca in occasione dell'elezione di Sergio Mattarella, un nome non condiviso dall’ex Cavaliere. In un passaggio del documento approvato dal Comitato di presidenza di Forza Italia, il partito di Berlusconi spende ad ogni modo parole di stima verso Mattarella: «Al nuovo Capo dello Stato vanno i nostri auguri piu' calorosi di buon lavoro sicuri che sapra' essere un arbitro imparziale della vita politica del paese e un custode attento degli equilibri democratici delle nostre istituzioni».

Clima teso tra gli azzurri
Il clima nel partito continua comunque a essere teso. Ieri a tarda sera, dopo aver passato il pomeriggio a incontrare Verdini, Gianni Letta e poi Fitto, Berlusconi ha riunito un gruppo di fedelissimi. Alla fine era arrivata la decisione di convocare per oggi alle 11.30 l'ufficio di presidenza e alle 15 una riunione dei gruppi parlamentari. Ma oggi Berlusconi ha rimandato a mercoledì l’assemblea di deputati e senatori azzurri. Mentre nella riunione del comitato di presidenza a palazzo Grazioli, ristretta ai soli componenti ufficiali, circa una trentina.

Lupi: serve cambio passo nel governo
Restano tesi i rapporti tra Renzi e Ncd che chiede una verifica di governo dopo la crisi maturata in occasione della partita per il Colle. I centristi sono in fibrillazione. Prima le dimissioni di Maurizio Sacconi da capogruppo al Senato di Area popolare (Ncd e Udc), poi l'abbandono del partito da parte della Barbara Saltamartini (che potrebbe approdare nella Lega di Matteo Salvini). Infine la notizia che un manipolo di senatori (cosiddetti “Responsabili”) potrebbe passare con Renzi se Ncd dovesse decidere di uscire dal governo. Dentro Ncd uno dei più inquieti è il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi che nei giorni scorsi aveva avvisato il premier: «A Renzi diciamo che non siamo nati per fare i cespugli e neppure i tappetini». Oggi il ministro ha continuato a chiedere a Renzi un «cambio di passo». Quanto al ruolo di Alfano, per Lupi «non deve dimettersi da ministro, ma dobbiamo rilanciare la nostra azione di Governo».

Quagliariello a Renzi: nuovo accordo o Ncd se ne va
Ragionamenti dettagliati analiticamente dal coordinatore di Ncd, Gaetano Quagliariello, che in un'intervista a Libero ha rilanciato: «Serve un confronto per capire se ci sono ancora le condizioni per realizzare le riforme. Se si rinnova l'accordo, stare al governo avrebbe un senso. Se, al contrario, il progetto di Renzi fosse un altro, ne prenderemmo atto e il pavimento della nuova Italia il premier lo costruirà con qualcun altro». Per Quagliariello l’obiettivo di Ncd adesso è «quello di trasmettere un'identità, non di galleggiare. Di galleggiamento si può morire. Abbandonare il governo per ripicca sarebbe un atto di debolezza e un errore, ma far finta di niente lo sarebbe ancora di più»


© Riproduzione riservata