ISTANBUL - Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, chiude la polemica con il collega greco Yanis Varoufakis (che aveva sostenuto che il debito pubblico dell'Italia è a rischio), non senza sottolineare che il nuovo Governo greco «deve trovare un linguaggio comune con l'Europa», ma esclude l'ipotesi di contagio e insiste che la situazione italiana sta migliorando, che potrebbero esserci “sorprese positive” sulla crescita e che i fondamentali dell'economia si stanno rafforzando.
Padoan, in un intervento davanti a un folto gruppo di banchieri internazionali riuniti dall'Institute of International Finance e in un incontro con i giornalisti, ha detto che «con Varoufakis ci siamo chiariti, c'è stato uno scambio di messaggi, l'obiettivo è trovare una soluzione condivisa che sia nell'interesse della Grecia e dell'Europa». I partner europei, ha detto il ministro, a Istanbul per partecipare ai lavori del G-20 (che sarà preceduto da un breve incontro informale del G-7), sono in attesa di un piano dettagliato da parte della Grecia, mercoledì alla riunione dell'Eurogruppo, la sede istituzionale per discutere il caso greco. “Per ora - ha affermato – c'è solo un programma che deve essere completato. La Grecia ci deve dire cosa vuole fare del programma in corso. Non facciamo congetture, non è positivo per una soluzione reagire alla battute, però ci vuole serietà quando il rappresentante di un Paese parla di un altro Paese».
Il ministro ci tiene tuttavia a ribadire che bisogna «togliere ogni dubbio sul debito italiano. La risposta dei mercati e delle istituzioni è che non c'è contagio dal caso Grecia. La stabilità e la sostenibilità della traiettoria della nostra finanza pubblica sono fuori discussione». Secondo Padoan, «finalmente, grazie anche agli sforzi del Governo, la crescita lentamente si sta riprendendo. Più crescita e un'inflazione più vicina all'obiettivo aiuteranno la dinamica del debito. I fondamentali sono solidi e si stanno ulteriormente rafforzando». La crescita potrebbe riservare sorprese positive, grazie al calo del prezzo del petrolio, al calo dell'euro, oggi “più coerente con i fondamentali”, alla nuova fase della politica monetaria della Banca centrale europea (“una svolta molto importante”).
Il Fondo monetario, nelle nuove previsioni che saranno presentate questa sera alla cena di lavoro dei ministri finanziari e dei governatori, ritiene che l'Italia crescerà dello 0,4% nel 2014 e dello 0,8% nel 2015. Secondo il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, la ripresa supererà lo 0,5% quest'anno. Altre stime la collocano più vicina all'1 per cento.
Il miglioramento del quadro macroeconomico, dichiara Padoan, facilita l'accelerazione delle riforme e ne rende più evidente l'impatto. Non è vero (come sostiene la Germania, ndr) che la politica monetaria più accomodante diminuisce l'incentivo alle riforme: in Italia, dice, le riforme strutturali (Padoan ha enumerato il Jobs Act, la riforma fiscale, quella della giustizia) si sono intensificate con l'allentamento della politica monetaria.
Con la presidenza italiana dell'Unione europea nel passato semestre, crescita, occupazione e investimenti sono tornati al centro dell'agenda, sostiene Padoan, con il risultato concreto dell'annuncio del piano Juncker e della comunicazione della Commissione sulla flessibilità nell'applicazione del Patto di stabilità. I singoli Paesi devono accoppiare al piano di investimento europeo, riforme che facilitino l'attività delle imprese e quindi l'investimento privato.
Davanti a una platea di banchieri, Padoan ha sottolineato la riforma delle banche popolari (che sta “provocando un vivace dibattito”), sulla quale il Governo intende andare avanti perché “il sistema ha bisogno di maggiore apertura, è una riforma in gestazione da vent'anni”. Successivamente, il ministro ha anche sostenuto che il progetto di una bad bank verrà realizzato “in consultazione con la Commissione europea e con strumenti il più possibile di mercato” per risolvere il problema delle sofferenze bancarie.
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