Il Governo greco deve presentare una richiesta di estensione del piano di salvataggio europeo entro il 16 febbraio. In caso contrario non avrà più il sostegno finanziario della Ue. L’ultimatum viene da Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo. Dijsselbloem ha aggiunto che i ministri delle Finanze dell'Eurozona si attendono per mercoledì prossimo 11 febbraio, data in cui è fissata la riunione dell'Eurogruppo, il piano di riforme da Atene.
I Paesi dell'aerea euro, ha precisato l’olandese, non concederanno alla Grecia un prestito ponte per tenerla a galla mentre il governo del premier Tsipras tenta di rinegoziare i termini di un nuovo accordo finanziario con l’Ue. «Non facciamo prestiti ponte», ha affermato Dijsselbloem, secondo quanto riferisce Bloomberg.
La posizione su un punto molto delicato come quella del «prestito ponte» si chiarisce ora dopo ora, in vista della riunione dell’Eurogruppo dedicata alla crisi greca. Intanto, sul fronte dei debiti già contratti il Fondo monetario internazionale fa sapere che potrebbe rifinanziare il suo prestito alla Grecia, ma solo a determinate condizioni. A dirlo è stato il direttore esecutivo del Fmi Carlo Cottarelli, che spiega che «ci sono margini per un rollover, però ci vuole un nuovo programma». Cottarelli ha anche spiegato che è «prematuro» parlare di un’uscita dalla troika del Fmi, che «ha espresso la sua disponibilità a parlare con Atene».
Il concetto è stato ribadito anche dall’ambasciatore Usa in Grecia, Davide Pearce. Gli Stati Uniti considerano «estremamente importante» che il governo greco lavori in modo collaborativo con i suoi colleghi europei e con l’Fmi», ha dichiarato l’ambasciatore al termine di un incontro con le massime autorità greche, il premier Alexis Tsipras e il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. Alle riunioni ha partecipato anche il vicesegretario al Tesoro americano responsabile per gli Affari europei, Daleep Singh.
Schaeuble: Atene deve lavorare con la Troika
Del rapporto tra Atene e Troika si torna a parlare anche a Berlino. «Certamente la Grecia deve continuare a lavorare con la Troika» ovvero con Fmi, Bce e commissione Ue. A ribadirlo è il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, intervistato dall'emittente pubblica Ard. «Dove si incontreranno per trattare è completamente uguale. A settembre avevo proposto Parigi e si sono anche incontrati a Parigi. Ma le condizioni, gli accordi contenuti nel programma, possono essere contrattati solamente con le tre istituzioni. Altrimenti non c'è alcun programma», ha aggiunto il ministro. «Non si può semplicemente dire: “Non ci atteniamo alle condizioni sottoscritte, ma abbiamo bisogno di soldi”, ha poi detto Schaeuble commentando l’atteggiamento del nuovo governo greco. Le condizioni accordate alla Grecia nel programma di aiuti sono state «oltre ogni misura generose. Cosa direbbero gli altri Paesi sottoposti a vincoli molto più stringenti?»,ha aggiunto.
Con programma aiuti Ue «Grecia è tornata crescere»
Sempre nell’intervista all’emittente Ard, il ministro delle finanze tedesco ha spiegato: «Ha un’idea poco chiara della realtà chi dice di non vedere che noi, attraverso i due programmi di aiuto europei, finalmente abbiamo portato la Grecia sulla strada della crescita, della riduzione della disoccupazione e abbiamo reso progressivamente sostenibili sul lungo periodo le finanze pubbliche». Anche a livello bilaterale «abbiamo fatto molto per la Grecia», ha continuato Schaeuble. «La banca d'investimenti (tedesca) KfW ha concesso crediti alle banche di sviluppo elleniche. Ci siamo anche offerti per dare aiuto nella costruzione dell’amministrazione fiscale», ha ricordato il ministro.
Padoan: Grecia fuori da euro? Ipotesi del tutto fuori luogo
Oggi è giunto anche il commento del ministro dell'Economia italiano Pier Carlo Padoan, che a margine di un convegno della Fondazione Italianieuropei ha detto che la decisione della Bce di bloccare la concessione di liquidità alle banche greche è stato «un intervento opportuno e necessario nel quadro delle regole europee». Padoan ha giudicato comunque «fuori luogo» la possibilità di un’uscita dall’euro di Atene.
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