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Giochi, scure su slot machine e «tassa sulla fortuna»…

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Giochi, scure su slot machine e «tassa sulla fortuna» dell’8%. Ecco i decreti in arrivo venerdì

Una scure sulle slot machine, che dovrebbero ridursi di circa un terzo. E una “tassa sulla fortuna” in crescita dal 6 all’8 per cento. Secondo indiscrezioni, sono queste alcune delle novità contenute nell’ultima bozza di decreto legislativo in materia di giochi pubblici, atteso al Consiglio dei ministri di venerdì.

Tutti i decreti in arrivo
Il piatto del prossimo Cdm è ricco. Oltre a quello sui giochi, approderanno anche altri decreti attuativi della delega fiscale: slittati a maggio quelli su reati tributari, abuso del diritto, accertamento e contenzioso, restano in pista quelli sullo sviluppo e la concorrenzialità per le imprese italiane e straniere a cominciare dall’estensione del ruling internazionale con la cooperative compliance, la fattura elettronica anche tra privati e la riforma del catasto. Non solo: Palazzo Chigi dovrà esaminare anche il decreto di riordino delle forme contrattuali e quello sulla conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro. Il premier Matteo Renzi ha annunciato il pacchetto con un tweet: «Prossimo Consiglio dei ministri (venerdì). Decreti legislativi su partite Iva, fatturazione elettronica, cococo, maternità #lavoltabuona».

Giochi, meno slot e più prelievo
In base ai nuovi criteri previsti nella bozza del decreto sui giochi, si dovrebbero ridurre di di circa un terzo le slot machine: si tratterebbe di 80-100mila “macchinette” in meno rispetto alle attuali circa 350mila. Si prevede una slot ogni 7 metri quadrati e un tetto massimo di sei. Le slot non dovranno essere visibili dall’esterno dei locali, dovranno avere uno spazio dedicato ed essere, come oggi, vietate ai minori. Le sale da gioco (gaming hall), invece, per avere le slot, dovranno avere «una superficie non inferiore a 50 metri quadrati» e rispettare il parametro di «un apparecchio ogni 3 metri quadrati». Le nuove si applicheranno a partire dal 2017. Dovrebbe salire all’8%, inoltre, il prelievo introdotto dal 2012 su giochi numerici, lotterie istantanee e videolotteries. Non è stata però ancora identificata la soglia di vincita oltre la quale scatterà il prelievo, attualmente fissata a 500 euro. Nuova stretta anche sugli spot: oltre ai limiti già in vigore, lo schema di Dlgs dispone che non si possa fare pubblicità in tv anche nella «fascia protetta tra le 16 e le 19», con l’eccezione dei canali e trasmissioni sportive o dedicati al gioco.

Verso revisione sulle piccole partite Iva
Nel decreto sull’internalizzazione, invece, potrebbe trovare spazio una revisione più ampia sulle partite Iva, mentre nel decreto milleproroghe all’esame della Camera il Governo conta di presentare un emendamento per prorogare di un anno il regime agevolato o garantire la facoltà di scelta tra il vecchio sistema e quello introdotto con la legge di stabilità 2015.

Contratti al riordino
Sul fronte dei decreti attuativi del Jobs Act, il dlgs sul riordino delle tipologie contrattuali è alle ultime limature. Si va verso un graduale superamento delle collaborazioni a progetto (l'ipotesi è fissare la deadline al 1° gennaio 2016) e una ridefinizione complessiva delle cococo. Verso la cancellazione anche delle associazioni in partecipazione e del lavoro ripartito (il job sharing utilizzato in agricoltura, che conta qualche centinaio di rapporti). Il testo prevederebbe inoltre una semplificazione dell’apprendistato di 1° livello (per il diploma e la qualifica professionale) e di 3° livello (di alta formazione). Per il lavoro a chiamata è ancora in corso una riflessione, per evitare di penalizzare alcuni settori produttivi (commercio e ristorazione). Ancora in bilico è pure l’intervento sui contratti a termine (la cui durata potrebbe scendere da 36 a 24 mesi).

Sacconi: un errore ridurre la durata contratto a termine
Su quest’ultimo punto è intervenuto il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi:«Sarebbe un errore ridurre dopo pochi mesi la durata del contratto a termine, che spesso corrisponde a effettive esigenze temporanee, o cancellare modalità di lavoro miste tra autonomia e subordinazione. E lo stesso lavoro intermittente va mantenuto per consentire prestazioni di cui non è prevedibile il momento di inizio e che, in alternativa, sarebbero destinate a sommergersi». Per Sacconi, il riordino «deve essere utile a incoraggiare le imprese ad assumere non pretendendo di comprimere la complessa realtà dei lavori in pochi schemi rigidi». «Renzi - ha concluso - pensi a fare lavoro e non a soddisfare la pancia ideologica della sinistra».

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