«Non è il momento per l'intervento militare. Sulla Libia occorre «saggezza, prudenza e senso della situazione. La vicenda è problematica, la seguiamo con grande preoccupazione e attenzione, ma non si passi dall'indifferenza totale all'isteria e a una reazione irragionevole». Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in un’intervista al Tg5, ha frenato sull’opzione militare immediata in Libia. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva dichiarato che l’Italia è «pronta a combattere in Libia in un quadro di legalità internazionale». E quello della Difesa Roberta Pinotti si era spinta a quantificare il contingente da schierare in Libia in almeno 5 mila militari, all’interno in un’operazione multilaterale guidata dall’Italia. Quella libica sarebbe diventata così la più importante missione nazionale all'estero con un costo, considerati mezzi, velivoli e navi, superiore al mezzo miliardo di euro.
Renzi: aspettare Onu, è più forte delle milizie
«Da tre anni in Libia la situazione è fuori controllo, lo abbiamo detto in tutte le sedi e continueremo a farlo. Ma la comunità internazionale se vuole ha tutti gli strumenti per poter intervenire. La proposta è di aspettare il consiglio di sicurezza Onu», ha detto Renzi, che ha spiegato così la visione del governo «condivisa da tutti»: «La proposta è aspettare che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu lavori un po’ più convintamente sulla Libia, anche se è comprensibile che ci siano altre questioni: l'Ucraina, la Siria e l'Iraq, il Medio Oriente». Anche perché, per Renzi «in Libia non c'è un'invasione da parte dell'Is, ma alcune milizie che combattevano in Libia hanno iniziato a far riferimento allo Stato Islamico». Coinvolgendo «tutti gli attori in gioco, le tribù locali ma anche i Paesi dell'Unione Africana, i Paesi Arabi e naturalmente i Paesi europei», il premier si è detto «assolutamente certo che la forza delle Nazioni Unite sia decisamente superiore a quella delle milizie radicali».
«Importante apertura a dialogo di Berlusconi»
Il presidente del Consiglio ha detto di «apprezzare molto» che sulla politica estera «non ci siano divisioni tra i partiti», commentando al Tg5 la disponibilità al dialogo manifestata da Silvio Berlusconi sulla questione della Libia. «Vedremo che fare quando sarà il momento, ma è bene che sulla una situazione di politica estera delicata il paese non si metta a litigare», ha aggiuto. Ieri il ledaer di Fi, a proposito della crisi in Libia, aveva detto che «un intervento di forze militari internazionali, sebbene ultima risorsa, deve essere oggi una opzione da prendere in seria consideraze».
Telefonata Renzi- al Sisi su passi politico-diplomatici
Il premier ha avuto stamane un lungo colloquio telefonico con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi sulla situazione libica, concordando sui passi «politici e diplomatici» da compiere nel quadro del Consiglio di sicurezza Onu» per ristabilizzare il Paese. Per l'Alto rappresentante per gli affari esteri e vicepresidente della Commissione Europea, Federica Mogherini, «in Libia siamo chiaramente davanti a una situazione straordinariamente grave» per l'avanzata delle milizie radicali. «Noi ci stiamo concentrando sulle rotte dell'immigrazione - ha spiegato Mogherini - ma tutta la Libia deve rendersi conto che c'è bisogno di un'azione concreta, che deve coinvolgere tutti».
Pinotti: diplomazia corra, serve tavolo moderati
Per il ministro della Difesa Roberta Pinotti «è urgente che la diplomazia in questo momento corra». A giudizio del ministro in Libia «bisogna mettere intorno a un tavolo i soggetti moderati». E dopo questo primo passo c'è la necessità che «la comunità internazionale dia una mano alla stabilizzazione interna».
Alfano convoca riunione vertici Viminale
Sul fronte interno il ministro Angelino Alfano ha convocato invece oggi una riunione al Viminale per affrontare le problematiche relative all'immigrazione e al terrorismo dopo l’acuirsi della crisi libica. Per questo il ministro ha cancellato il viaggio programmato a Napoli dove doveva prendere parte ad un comitato per l'ordine e la sicurezza.
Lega: accolta nostra proposta, domani governo in Aula
Intanto l’informativa del governo sulla situazione in Libia, prevista per giovedì, è stata anticipata a martedì. «Dopo la richiesta della Lega Nord, domani il governo ha previsto un'informativa sulla questione libica», ha annunciato il capogruppo leghista alla Camera Massimiliano Fedriga. Anche Forza Italia, con il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, aveva chiesto al governo di anticipare l’informativa del governo al Parlamento sulla crisi libica dopo l'avanzata dell'Isis, perché la data fissata di giovedì 19 febbraio era considerata «troppo tardi». Il segretario del Carroccio Matteo Salvini ha attaccato oggi la politica dell’esecutivo sulla Libia. «Il governo Renzi è pericoloso parla di guerra a vanvera» ha tuonato Salvini, per il quale «prima di rischiare la vita di un solo soldato» bisogna fermere «gli sbarchi»
Grillo: guerra la decide Mattarella non Renzi
Il leader del M5s Beppe Grillo si è invece appellato al capo dello Stato, bocciando l’opzione militare in Libia, sia pure sotto bandiera Onu, evocata dal premier. «Se Renzie vuole la guerra ci vada lui con Napolitano al seguito. Vedendoli, l'Isis si farà una gran risata e ci risparmierà», ha scritto Grillo sul blog. E ha aggiunto: «Non spetta al Governo decidere se entrare in guerra ma ancora al Presidente. Aspettiamo un monito dal Presidente, anche piccolo piccolo, al bulletto di Rignano. No alla guerra».
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