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Il mondiale F1 riparte con la doppietta Mercedes, ma subito dietro c’è Vettel

A Melbourne ha vinto Lewis Hamilton, seguito, ma mai seriamente impaurito, da un Nico Rosberg che in tutto il weekend non ha avuto problemi tecnici di cui lamentarsi: solo (il solito) passo più lento. Si annuncia quindi un anno di nuovo difficile per Nico, dove sarà ancora l'osservato speciale, costretto a cercare di pareggiare i conti e a soffrire tanto per scalzare Lewis, che già si sente leggenda.

Dietro di loro, la grande piacevole novità di questo 2015: Sebastian Vettel ha messo le mani sul primo podio già all'esordio agonistico in Ferrari, superando significativamente anche Felipe Massa, veloce nei giorni scorsi ma non abbastanza oggi, anche per una non trascurabile colpa del team nella scelta della strategia di gara.

Il debutto miracoloso di Felipe Nasr - Il quinto posto, che coincide con l'ultimo pilota a giri pieni, è di un esordiente su cui pochi avrebbero scommesso: prima di tutto perché si tratta di un non campione, Felipe Nasr, arrivato in Formula 1 grazie al sostegno del potente Banco do Brasil. E in secondo luogo perché è alla guida di una Sauber, in crisi di credibilità, che aveva chiuso il 2014 al decimo posto su undici costruttori, senza neanche un punto valido. Oggi invece Nasr ha avuto la gara più prestigiosa della sua vita, mettendo a tacere un sacco di detrattori, che aveva comunque meritato perché in fondo in GP2 non aveva mai brillato. A ben vedere, anche quando Nasr ha avuto a disposizione la macchina migliore, nel 2012 (la Dams), il suo compagno di squadra Davide Valsecchi aveva vinto il campionato, mentre il suo miglior risultato era stato solo un secondo posto in tutta la stagione, chiusa al decimo posto in classifica (gli è andata meglio nel 2013, chiuso al quarto in generale). Certo questo memorabile risultato pone degli interrogativi sulla “facilità” di guida ma rimarrà negli annali come uno degli esordi più belli, e porta il Brasile al non disdicevole primato di seconda nazione che porta a casa più punti in questa giornata, alle spalle ovviamente della Germania che ha piazzato ben due bandierine sul podio (senza dimenticare Hulkemberg a punti).

Solo undici all'arrivo - Ma se i primi quattro meritano davvero di essere lì (manca all'appello solo Raikkonen, assolutamente competitivo e in qualche occasione a centro gara perfino più veloce di Hamilton) non si può dire che per Nasr non ci sia stata anche la fortuna di debuttare in una giornata con dei fatti e numeri rari, dei record anche negativi che preoccupano dal punto di vista della qualità dello spettacolo della Formula 1 ma, d'altro canto, garantiscono che il 2015 non sarà una stagione fotocopia dell'anno scorso. A danno soprattutto dello spettacolo televisivo, ma anche dello show per il pubblico in pista, c'è stato infatti un dimezzamento netto delle auto che hanno concluso il gran premio rispetto a una gara meno sfortunata di soli pochi mesi fa. Se manca un team, la Caterham, e sono venti i piloti iscritti al campionato 2015, la fotografia di gruppo l'avevano fatta in diciannove, senza Alonso (ma sostituito) e Bottas (stamattina alle prese con i dottori), mentre erano diciotto le auto qualificate perché le due Marussia non hanno potuto partecipare a causa di una serie di ritardi, giustificati con una scusa relativa alla configurazione dei software. Oggi, poi, in diciassette sono uscite dai box perché Bottas non è partito per problemi alla schiena, e in quindici sono effettivamente scattate dalla griglia perché la McLaren di Magnussen e la Red Bull di Kyvat hanno avuto avarie insanabili nel giro di installazione. Infine, solo undici sono transitate sotto la bandiera a scacchi: quattro ritiri in gara non sarebbero tanti, ma solo uno è stato per incidente.
La notizia nella notizia è che i team arrivati a punti sono sette, ma solo tre sono stati però capaci di portare tutte e due le vetture in fondo. E sono i loro nomi a essere assolutamente inedito per questo raggruppamento: oltre alle Mercedes ufficiali, collezionano due risultati utili solo Sauber e Force India. Colpa ancora dell'affidabilità, che al momento non sembra affliggere Ferrari ufficiale e il team elvetico a cui rifornisce le power unit.

È ancora crash in partenza per Maldonado - Il primo fatto eclatante della giornata, dopo le debacle tecniche, è stato a pochi secondi dallo start. C'è stata molta confusione dopo la prima curva, eccetto che nelle prime due file, e tanti hanno toccato. Ci ha rimesso Raikkonen, in termini di posizione, e più indietro nel caos ci sono finiti quelli meno esperti, come l'esordiente Sainz Jr. Manco a dirlo, un incidente per errore di valutazione di Maldonado che esce e distrugge la sua vettura: il muretto è così vicino che si rende necessaria la safety car. Quasi contemporaneamente, in casa Lotus scoppiano le coronarie anche per il ritiro necessario di Grosjean, che deve parcheggiare a bordo pista. Rimasti in quindici, i superstiti del gran premio d'Australia hanno dovuto in gran parte cambiare le strategie. Non tutti hanno evidentemente ragionato bene, perché Massa è stato buona parte della gara terzo ma è rientrato dietro a una macchina lenta che gli ha fatto perdere un maledetto secondo e mezzo, pagato fino all'utimo giro visto che, anche con la sua esperienza, a Melbourne non è difficile sorpassare un Vettel felice come un bambino per il nuovo giocattolo rosso, grosso e finalmente veloce.

Fino a qui è niente: i lacrimoni veri li piangono in Red Bull, verosimilmente sulla strada verso il divorzio con Renault pensando alle prestazioni inconsistenti dei test e visto che oggi Kyvat si è fatto da parte nel giro di schieramento causa cambio e che, soprattutto, Ricciardo non ha potuto soddisfare le attese del pubblico di casa perché gli mancava veramente tutto, tanto da finire la gara sesto ma anche primo dei doppiati. Horner è già sul piede di guerra, facendo notare alla federazione che qualcosa non funziona e va esaminato, poichè il gap apparente di potenza fra Mercedes e altri, loro inclusi, potrebbe arrivare o superare anche i 100 cavalli.

Hulkemberg, settimo e primo “degli altri” non si può invece lamentare così come Ericsson, ottavo, ha apprezzato il cambio di sedile dalla Caterham alla Sauber: e pensare che ha rischiato di rimanere a piedi per la causa vinta da Van Der Garde, che al momento ha dato tregua al team lasciando correre i titolari e, forse, si accontenterà di una transazione economica. Nono l'altro rookie, Sainz Jr, che era partito bene ma a un certo punto ha mollato: un difetto di gioventù. È andata meglio a lui che all'altro esordiente della Toro Rosso: Max Verstappen si è infatti ritirato al giro 32 per colpa del motore. Decimo Perez: opaco e problematico (ha anche provocato un contatto con Button al giro 14), comunque merita di stare lì. La classifica di oggi inizia e termina con gli inglesi: Button, unico a due giri, girava così piano che sarebbe finito quasi sicuramente ultimo anche su 18 partenti. La nuova power unit Honda, infatti, è stata volutamente depotenziata per salvaguardarne la sopravvivenza: il caldo era uno dei fattori di criticità più temuti e così anche alla prossima gara in McLaren dovranno soffrire, per poi sperare di trarne beneficio quando potranno compiere gli step evolutivi nel corso della stagione.

Raikkonen, veloce e incolpevole - Se Vettel e Nasr hanno dimostrato di saperci fare con i nuovi volanti, in casa McLaren comunque l'hanno presa con filosofia, perché oggi l'obiettivo unico era davvero solo quello di arrivare ancora in fondo. Il deluso più grande è Raikkonen, involontario protagonista del secondo e più importante colpo di scena della giornata: al giro 17, sei secondi persi al primo pit stop, per via di un ritardo nella sostituzione della posteriore sinistra, sembrava aver già compromesso la gara. Da lì non poteva più sognare di prendere Vettel e Massa, anche se il cronometro diceva che poteva batterli entrambi. Ma non è finita lì: dopo essere rientrato dal secondo pit stop, gli è stato presto comunicato di doversi fermare. Un ordine perentorio che mette fine alla sua gara, regala il quinto posto al giovane brasiliano e rischia di costargli una sanzione per “unsafe release”.

A parte la gioia a metà in casa Ferrari, è stato più importante rilevare che la lotta per il podio sembra finalmente di nuovo una questione all'ordine del giorno. E che quindi il 2015, con la McLaren in pieno apprendimento e una Red Bull molto indietro, permetterà di affiancare la Williams e la Mercedes molto più spesso che lo scorso anno.

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