Italia

Sabelli (Anm): dallo Stato schiaffi ai magistrati e carezze ai…

  • Abbonati
  • Accedi
inchiesta grandi operE

Sabelli (Anm): dallo Stato schiaffi ai magistrati e carezze ai corrotti

«Uno Stato che funzioni dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità». E invece nel nostro Paese «i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati». Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, in un intervento a Unomattina su Rai1, ha commentato così l’inchiesta di Firenze sulle grandi opere che ha portato all’arresto dell’ex superdirigente Ercole Incalza.

Da Tangentopoli in poi troppi interventi pro corrotti
Sabelli ha puntato il dito contro una serie di interventi legislativi che avrebbero favorito i corrotti, a cominciare dall’epoca di Tangentopoli: «Ricordo quando nel 1994, in piena Tangentopoli, ci si attendeva dal Governo un intervento forte di contrasto alla corruzione. Invece fu approvato un decreto legge che vietava la custodia cautelare in carcere per coloro che erano imputati di corruzione. Così svariati indagati e imputati per corruzione furono scarcerati e andarono agli arresti domiciliari». Per il presidente Anm, «sono seguite altre carezze di questo tipo», sino ad arrivare nel 2002 «alla depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione della prescrizione». «Chi semina vento raccoglie tempesta», ha perciò concluso Sabelli, che ha anche chiesto a «chi ha responsabilità della cosa pubblica» di dare il buon esempio perché nel Paese possa «diffondersi la cultura della legalità». Serve «fare di più in materia di indagini, cioè estendere alla corruzione quello che è già previsto in materia di mafia e criminalità organizzata».

Cantone: l’Anac può soltanto prevenire
È toccato invece al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ricordare come il ruolo dell’Authority sia quello di prevenire. L’Anac non ha «gli strumenti della attività giudiziaria. Il nostro controllo - ha spiegato a Radio Anch’io su RadioRai 1 - punta a prevenire e non a reprimere. Si tratta di un controllo di tipo amministrativo che nulla ha a che vedere con indagini giudiziarie, che possiamo coadiuvare, ma il nostro compito è di far rispettare le norme amministrative. Si deve tenere conto dei nostri poteri e dei nostri limiti fisiologici». Concludendo con una battuta: «Se in un anno avessimo risolto il problema corruzione, saremmo stati Nembo Kid».

Sala (Expo): Perotti non coinvolto nei lavori
Intanto il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, ha chiarito che l’imprenditore Stefano Perotti non risulta coinvolto nei lavori del sito. Sempre ai microfoni fi Radio Anch’io Sala ha spiegato che è stata «fatta una verifica e non risulta da nessuna parte rispetto ad aziende che hanno vinto appalti. Forse si è dato da fare dietro le quinte per gare di altre imprese». Sala ha quindi reso noto di aver «sentito» questa mattina Cantone: «Stiamo verificando gli atti».

© Riproduzione riservata