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Da Ghirardi a Manenti, la «via crucis» del Parma calcio

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Da Ghirardi a Manenti, la «via crucis» del Parma calcio

L'arresto, oggi, del presidente Giampietro Manenti è solo l'ultima stazione della via crucis del Parma calcio. Queste alcune delle tappe principali.

29 maggio 2014: l'Alta Corte del Coni boccia il ricorso della società contro la mancata concessione della licenza Uefa da parte delle Commissioni di 1/o e 2/o grado della Figc, a causa del ritardato pagamento Irpef per alcuni tesserati. Il giorno dopo il presidente Tommaso Ghirardi si dimette ed annuncia di voler cedere il club.

1 novembre: contro il “no” alla licenza il Parma si rivolge al Tribunale amministrativo dello sport (Tas) con sede a Losanna, che però si dichiara incompetente.

Novembre-dicembre: si inseguono le voci di cessioni, prima al petroliere albanese Rezart Taci, quindi ad una cordata con sede in Qatar. Poi è la volta di Pietro Doca, al secolo Petrit Doka, 42enne lodigiano di origine albanese con una gioielleria a Piacenza, indicato dal sito del club come nuovo presidente, notizia che egli stesso si affretta a smentire. Mentre Ghirardi (è il 17 dicembre) dice che «l'accordo è già dal notaio».

9 dicembre: la Figc infligge un punto di penalizzazione al Parma per il mancato pagamento dell'Irpef a fine 2013.

19 dicembre: il Parma passa di mano. Il club è della cipriota Dastraso Holding Limited, società al 60% di proprietà cipriota e per 40% russa, impegnata nell'estrazione petrolifera. Dietro c'è Taci, che però preferisce restare nell'ombra.

6 febbraio 2015: il tentativo del petroliere albanese sfuma dopo appena un mese e mezzo, con ben quattro presidenti e una disastrata situazione finanziaria che porta diversi giocatori a rescindere il contratto, Cassano in primis.

9 febbraio: Giampietro Manenti, imprenditore milanese titolare della società slovena Mapi Grup (con sede in una casa privata e 7.500 euro di capitale), è il nuovo presidente del Parma. Lo spettro del fallimento incombe, mentre la squadra è sempre più ultima in classifica. Manenti rassicura di essere pronto a far fronte agli impegni economici.

16 febbraio: scade il termine per pagare gli stipendi a tesserati e dipendenti, ma i soldi non ci sono. Secondo Manenti è colpa di problemi tecnici per farli arrivare dall'estero.

20 febbraio: mancano i soldi per pagare gli steward al “Tardini”: la Federcalcio rinvia la partita con l'Udinese.

27 febbraio: salta anche Genoa-Parma.

13 marzo: il Tribunale federale commina altri 2 punti di penalità. 19 marzo: è fissata l'udienza per la richiesta di fallimento di fronte al Tribunale di Parma.

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