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Lupi: «Lascio a testa alta. Contro di me accuse strumentali»

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l’informativa alla camera

Lupi: «Lascio a testa alta. Contro di me accuse strumentali»

«Contro di me accuse immotivate e strumentali». È il giorno delle dimissioni per il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, che alle 11 ha svolto alla Camera, in un’Aula quasi vuota, l’informativa chiesta dalla maggioranza, dopo la bufera sull’inchiesta di Firenze su grandi opere e appalti che lo ha travolto, pur non essendo indagato. E su questo aspetto Lupi ha insistito: «Lascio a testa alta. Non devo difendermi da accuse che non mi sono state rivolte».

Lupi: «Non farò cancellare in due giorni lavoro di 22 mesi»
«Il Parlamento è il luogo del consenso e del potere, da qui emana la fiducia per il Governo e per il mio ministero», ha esordito Lupi. «È il luogo della responsabilità dove rendere conto dell’esercizio del potere affidatomi. Sono pronto a rispondere di ciò che ho fatto in questi 22 mesi. Mi ritengo obbligato a non far cancellare in due giorni il lavoro che è stato fatto da me, dai miei collaboratori e da tutto il personale del ministero».

«Accuse immotivate e strumentali»
«Le accuse che mi sono state mosse sono immotivate e strumentali», ha rincarato Lupi. «A fronte di tanto materiale investigativo i pm non hanno ravvisato nulla che dovesse essere perseguito. Sento il dovere di assumermi la mia responsabilità politica ma anche di spiegare quel che ho fatto in questi mesi al ministero». Ha giocato in attacco, il ministro: «Non chiedo garantismo, non sono qui per difendermi da accuse che non mi sono state rivolte. Dopo due anni di indagini i pm non hanno ravvisato nulla nella mia condotta da perseguire».

«Legge obiettivo non è criminogena»
Anche sulla legge obiettivo, indicata da molti come la vera falla nel sistema delle grandi opere, Lupi ha tenuto a precisare che «non è una legge criminogena» e che anzi semmai ne serve una nuova. E quasi ha dettato la linea a chi verrà dopo di lui: la struttura tecnica di missione «è stata e deve continuare ad essere lo strumento tecnico operativo per continuare la missione della legge obiettivo». C’è «un disegno strategico da completare da Torino fino a Trieste, da Battipaglia fino a Reggio Calabria, da Messina a Catania a Palermo e con la velocizzazione della linea adriatica fino a Lecce». Va accelerata la riforma del codice appalti, da sette mesi al Senato: «Un’occasione unica per rafforzare la qualificazione degli operatori e semplificare il quadro normativo».

La strenua difesa del figlio: «Mai fatto pressioni per lui»
Lupi ha ribadito in Aula di non aver fatto pressioni per sistemare il figlio Luca (dalle intercettazioni emerge che il ministro ha telefonato all’allora superdirigente del ministero, ora arrestato, Ercole Incalza, che poi ha chiamato l’ingegnere Stefano Perotti, amico di famiglia di Lupi e ras dei cantieri, che ha assunto il giovane neolaureato). Se lavora in America «è perché è bravo», come dimostra la sua laurea in ingegneria al Politecnico di Milano con 110 e lode. E sul rolex regalato da Perotti a Luca ha insistito: «L’avessero regalato a me l’avrei rifiutato. Ma l’hanno regalato a mio figlio, che i Perotti conoscono bene, in un’occasione importante come la laurea. Io non gli ho chiesto di restituirlo. Se questo è il mio errore, lo ammetto».

«Per me affetti vengono prima di tutto»
«Perché allora dovrei dimettermi e lasciare, se non ho fatto nulla?», ha domandato Lupi. «La scelta che dovevo fare non poteva che essere quella di paragonare alla ragione per cui ho deciso di fare politica con la scelta: siamo uomini politici. Se questo è il modo per rafforzare il nostro Governo e rilanciare il senso delle istituzioni, allora lo faccio». Ma «lascio a testa alta» e «dimettendomi da ministro, non mi dimetto né da padre, né da marito. Per me gli affetti vengono prima di tutto». Qui l’auspicio, l’unico passaggio applaudito: «Vi auguro dal profondo del cuore di non trovarvi mai in mezzo a bolle mediatiche da cui non si riesce a uscire, di non vivere mai la situazione in chi qualcuno entra nei vostri affetti familiari, nella vostra intimità. Vi auguro che nessuno tiri in ballo la vostra famiglia«

Speranza (Pd): «Apprezziamo la sensibilità istituzionale»
Il capogruppo dem alla Camera, Roberto Speranza, ha benedetto la scelta: «Apprezziamo molto la sensibilità istituzionale dimostrata da Lupi». E ha avvertito le opposizioni, alludendo in particolare ai Cinque Stelle e alla Lega: «Non accettiamo lezioni da nessuno sul terreno della lotta alla corruzione».

Lupi ricevuto al Colle, poi la lettera di dimissioni nelle mani di Delrio
Nel pomeriggio, Lupi è stato ricevuto dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, per una visita di commiato. Nel corso dell'incontro, secondo quanto si apprende, Lupi ha illustrato a Mattarella le ragioni che lo hanno indotto alle dimissioni. Nel corso del colloquio non si sarebbe parlato della tenuta del governo e delle possibili fibrillazioni che le dimissioni potrebbero portare nlla maggioranza. Lasciato il Quirinal, Lupi ha poi consegnato al sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio la sua lettera di dimissioni da ministro delle Infrastrutture, senza incontrare il premier Matteo Renzi.

«Penso di aver fatto sempre il mio dovere»
Un addio sofferto, quello di Lupi, annunciato ieri irritualmente in Tv, a “Porta a Porta”. Che non segna affatto - come ha ricordato anche il leader di Ncd, Angelino Alfano - la fine della sua vita politica. Anzi. È quasi certo che Lupi assumerà l’incarico di portavoce di Area popolare (il gruppo che riunisce Ncd e Udc) alla Camera, al posto di Nunzia De Girolamo. «La politica - ha ribadito stamane a “La telefonata” di Belpietro - si può fare anche senza fare il ministro». Ma ha precisato: «In coscienza penso di aver fatto sempre il mio dovere e servito la responsabilità enorme che mi è stata data come ministro, con il massimo dovere, dedizione e scrupolosità.

La Lega non sarà in Aula. Salvini: «Inchiesta un favore a Renzi?»
Intanto non si calmano gli attacchi delle opposizioni. La Lega Nord non ha partecipato all’informativa del ministro in Aula. «È inaccettabile che abbia scelto una trasmissione televisiva e non l’Aula parlamentare per annuncio delle sue dimissioni», ha spiegato il capogruppo Massimiliano Fedriga. E il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, insinua: «Non sono un dietrologo ma il fatto che l’inchiesta parta dalla procura di Firenze qualche dubbio me lo lascia e che sia Renzi a mettere le mani su questo mega-ministero qualche altro dubbio me lo lascia».

Grillo: «Evento straordinario: l’eclissi di Lupi»
Ironizzava su Facebook Beppe Grillo, leader del Movimento Cinque Stelle: «Un evento straordinario! Oggi alle 11 collegatevi sul blog per assistere all’eclissi di Lupi. L’onestà
tornerà di moda». A Montecitorio Alessandro Di Battista ha invitato il ministro a restituire «agli italiani i compensi dell’ultima legistatura: è un atto dovuto per i cittadini onesti infangati anche da lei». Poi lo ha avvisato, richiamato dal presidente dell’Aula Roberto Giachetti: «Intorno a lei ci sono squali pronta a sacrificarla per conservare un posto al governo».

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