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Il tedesco Degenkolb vince in volata la Milano-Sanremo

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Il tedesco Degenkolb vince in volata la Milano-Sanremo

Tutto come previsto. Ancora una volatona. Ancora una vittoria straniera. Che va a John Degenkolb, un tedesco di 26 anni col baffetto da sciupa femmine che con un ultimo guizzo, sul rinnovato traguardo di via Roma, supera il norvegese Kristoff e l'australiano Matthews.

Una bella vittoria,quella del tedesco che per la prima volta inserisce nel palmarès una classica-monumento. Comunque, nel suo carniere, ora ci sono già 47 successi, tra i cui anche una Parigi-Tours, una Gand Wevelgem e un secondo posto all'ultima Parigi-Roubaix.

Un tedesco, un norvegese e un australiano. L'ordine d'arrivo della 106esima Milano Sanremo ricorda una di quelle barzellette dove gli italiani, alla fine, rimangono sempre scornati. E meno male che, vicino al podio, conquistando il quarto posto, il giovanissimo Niccolò Bonifazio, ligure di 22 anni, ci dà una iniezione di fiducia per il futuro. Bene anche Davide Cimolai, ottavo, anche lui della Lampre Merida. Ma qui chiudiamo il discorso.
Se togliamo questi ragazzi, c'è poco da stare allegri. Almeno per quanto riguarda la Sanremo e le classiche. Da anni nelle corse di un giorno andiamo sempre in bianco.

L'ultima vittoria italiana nella classicissima è del 2006 con Filippo Pozzato. Da allora non c'è trippa per gatti.

A dir la verità, c'è un altro connazionale che si fa notare: è il barbuto Luca Paolini, straordinario sherpa del norvegese Kristoff, vincitore della scorsa edizione ma questa volta molto meno brillante. Perso nelle retrovie, il norvegese sul Poggio è stato praticamente “trainato” da Paolini fino a 250 metri dal traguardo.

A questo punto il buon Kristoff si lancia con tutti i suoi muscoli verso il traguardo, ma senza fare i conti con Degenkolb che, in extremis, lo salta nel finale.

Bravo il tedesco, ma un po' ingolfato il norvegese. Forse è partito troppo presto, o forse è stato tradito dalla leggera pendenza dell'arrivo. Una cosa da poco, una robetta, ma che dopo 293 chilometri di acqua e freddo, può fare la differenza. Qualche raggio di sole, in questa Sanremo, si è visto solo nel finale. Non per Kristoff, però. Il sole, che bacia i belli, ha preferito premiare i baffetti del tedesco piuttosto che tonificare gli stanchi muscoli del norvegese che così si deve accontentare della seconda piazza. Cioè il primo posto degli sconfitti.

E a proposito di sconfitti, come non citare Peter Sagan, il grande favorito insieme a Kristoff. Lo slovacco però è solo quarto. Un risultato deludente per uno come lui che vuole spaccare il mondo delle due ruote.

Sagan qui alla Sanremo cercava la vittoria della consacrazione. Perché finora, pur essendo un talento emergente, ha vinto solo corse di seconda fascia. Anche questa volta gli è mancato un centesimo per fare un euro. Arrivato davanti in fondo alla discesa del Poggio, cioè a poco più di 2 km dal traguardo, ha fatto come il famoso asino di Buridano che, non sapendo scegliere tra un secchio d'acqua e uno d'avena, sta fermo senza prendere una decisione.

Vado o vado? Scatto o non scatto? E in questa sfibrante incertezza Sagan ha perso la Sanremo, lanciandosi verso il traguardo quando ormai i buoi erano già scappati. Come si dice per consolare? Una di quelle sconfitte che fanno crescere.

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