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CONTROPIEDE

Tra Italia e Inghilterra un classico del calcio mondiale tra due grandi in difficoltà

Questa sera a Torino, per l'amichevole tra Italia e Inghilterra, scenderà in campo una bella fetta della grande storia del calcio. Non solo per i cinque titoli mondiali complessivamente vinti dalle due Nazionali (quattro a uno per gli azzurri) ma per quello che entrambe le squadre hanno rappresentato per anni.
L'Inghilterra nel primo mezzo secolo di storia del calcio, con il ripetuto rifiuto a confrontarsi in competizioni ufficiali ritenendosi nettamente superiore (da qui il termine “maestri del calcio”) e facendo da punto di riferimento per tutti, almeno in Europa. L'Italia almeno fino al titolo del 1982, imponendo all'attenzione di tutti un tipo di gioco (il cosiddetto calcio all'italiana) magari poco spettacolare ma di sicura efficacia.

Entrambe le Nazionali attraversano adesso un momento difficile, lontano dai fasti del passato. Entrambe sono reduci da un Mondiale fallimentare, con l'eliminazione al primo turno. La vittoria (2-1) nella partita d'esordio sugli inglesi compagni di girone aveva illuso Prandelli e i suoi, che poi erano invece naufragati nelle due gare successive tornando in Italia anzitempo.
Da quell'eliminazione è nata la rivoluzione, o il tentativo di rivoluzione, in atto con Antonio Conte alla guida della Nazionale come nuovo Ct. Questa sera sono previsti nuovi esperimenti, almeno in parte legati alle assenze: prime fra tutte quelle di Pirlo e Marchisio (sulla via di un rapido recupero dopo l'infortunio patito la scorsa settimana).

Conte, che in porta recupera Buffon dopo l'attacco febbrile, davanti al portierone azzurro dovrebbe schierare Bonucci e Chiellini, sostituendo Barzagli con un Ranocchia reduce da un periodo nero in campionato con la maglia dell'Inter. Centrocampo a cinque con Florenzi, Soriano, Valdifiori, Parolo e Darmian, attacco con Pellè e il confermatissimo Eder autore del gol del pareggio in Bulgaria. Italia molto sperimentale, non c'è che dire: ma se non si prova in amichevole…
Inghilterra schierata da Roy Hodgson con Hart, Walker, Cahill, Smalling, Gibbs, Walcott, Henderson, Barkley, Towsend, Rooney e Kane. Non un grande momento nemmeno per gli inglesi, che dovranno puntare soprattutto sulle invenzioni di Rooney come hanno tentato di fare, peraltro con scarso successo, agli ultimi Mondiali.

Per Antonio Conte l'emozione del ritorno allo Juventus Stadium, sulla panchina da cui ha guidato i bianconeri a tre scudetti consecutivi. Ma anche dopo le polemiche con John Elkan che hanno segnato le ore immediatamente successive all'infortunio di Marchisio.
Il Ct, a questo proposito, ha negato di aver avuto l'intenzione di lasciare la Nazionale, come fece Dino Zoff dopo l'Europeo perso sul filo di lana contro la Francia e le polemiche con Silvio Berlusconi. “Ho avuto il pensiero di dimettermi? – ha detto Conte – Ne avevo tanti altri di pensieri, e ben peggiori”. Aggiungendo poi che tornare sulla panchina dello Juventus Stadium “è una grande emozione. Ho ricordi che rimarranno indelebili”.

A Torino la Nazionale non incassa una sconfitta dal 1955, quando la Jugoslavia passeggiò 4-0 contro gli azzurri che attraversavano uno dei peggiori momenti della loro storia.
Il bilancio tra Italia e Inghilterra vede gli azzurri in vantaggio con 10 vittorie contro 8, con 7 pareggi, anche se qualcuno preferisce includere nel conto delle vittorie il 4-2 ai rigori nell'Europeo 2012, dopo che i novanta minuti regolamentari si erano chiusi a reti inviolate. Sbilanciando così il conteggio a 11 vittorie, 7 sconfitte e 7 pareggi. Propendo per la prima ipotesi, ma in genere la contabilità mi appassiona poco.
Per decine di anni i “maestri del calcio” hanno rappresentato il nostro grande tabù: la prima vittoria azzurra risale infatti al 1973, e proprio allo Stadio di Torino. Tutte le gare disputate in precedenza si erano chiuse con sconfitte o, al massimo, in parità.

Da quella vittoria, subito bissata con il successo esterno a Wembley, l'Italia ha invertito le posizioni di forze ed è diventata, di fatto, la bestia nera degli inglesi.
Che saranno pure “i maestri del calcio” ma hanno vinto un solo mondiale, quello in casa (e tra le polemiche per un gol fantasma nella finale contro la Germania) del 1966. E soprattutto, altra curiosità, tra tutte le Nazionali che hanno vinto il Mondiale sono l'unica a non essersi mai affermata nella rassegna Continentale.

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