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Italicum, scontro nel Pd. Orfini a Bersani: incomprensibile…

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Italicum, scontro nel Pd. Orfini a Bersani: incomprensibile spaccare il partito su modifiche marginali

Se non è una dichiarazione di guerra poco ci manca. La minoranza Pd non ha intenzione di mollare sulle modifiche alla legge elettorale alla Camera. E alza il tiro, minacciando di non votare la fiducia, se Renzi dovesse ricorrervi. «Non sono così convinto che abbia i numeri per approvare l'Italicum. A partire dalla commissione Affari costituzionali», ha dichiarato in un’intervista oggi a Repubblica l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani, che sull’ipotesi fiducia ha avvisato: «Stavolta viene prima il Paese e poi la ditta». Parole definite «incredibili e incomprensibili» dal presidente del Pd Matteo Orfini. La Commissione Affari costituzionali della Camera inizierà l'8 aprile l'esame della riforma elettorale, il cui approdo in Aula è calendarizzato il 27 aprile. Ed è in commissione, dove molti esponenti dem appartengono alla minoranza Pd, che inizierà la partita decisiva.

Bersani: Renzi non ha i numeri in commissione
«Non sono così convinto che (Renzi) abbia i numeri per approvare l'Italicum. A partire dalla commissione Affari costituzionali. Ne dovrà sostituire tanti di noi per arrivare al traguardo. E se continuerà a fare delle forzature, io stesso chiederò di essere sostituito», ha affermato Pierluigi Bersani in un colloquio con Repubblica. La scissione? «Vediamo se si fa carico del problema - ha detto Bersani riferendosi al segretario -. Noi abbiamo detto: concordiamo alcune modifiche e poi votiamo l'Italicum tutti insieme sia alla Camera sia al Senato. E lui che dice? Non mi fido. Ho trovato questa risposta offensiva, molto più di tante battutine personali che riserva a chi dissente. Non mi fido di Berlusconi - ha aggiunto -, lo puoi dire. Ma se non ti fidi del tuo partito, è la fine». Quanto all’ipotesi fiducia sulla legge elettorale, Bersani ha ammonito: «Una sola volta è stata posta su questi argomenti: nel 1953, sulla legge truffa. Sono cambiati i regolamenti, non so se Renzi si spingerà fino a quel punto, ma se lo farà stavolta viene prima il Paese e poi la ditta».

Italicum, Orfini: Bersani incomprensibile, crea tensione
Parole che non sono piaciute al presidente del Pd Matteo Orfini, che ha commentato: «Immaginare che si possa spaccare il Pd su una richiesta di modifiche marginali all'Italicum, dopo che anche su sollecitazione di Bersani è stato completamente riscritto, lo trovo incredibile e incomprensibile. Non vorrei che per ragioni strumentali si creasse tensione nel Pd».

Maggioranza sul filo in commissione
La partita inizierà in commissione Affari costituzionali della Camera l'8 aprile (l’approdo in Aula è calendarizzato il 27 aprile). Qui siedono numerosi esponenti della minoranza Pd: Bersani, Bindi, Cuperlo, D'Attorre. E per Renzi la sitiuazione si potrebbe complicare. La battaglia, tuttavia, difficilmente avrà luogo in commissione: l'ipotesi che circola in queste ore è che la legge vada in Assemblea senza mandato al relatore per chiudere la partita a maggio e con la possibilità, non esclusa, della fiducia. Anche perché, nelle intenzioni del premier, l'Italicum non va cambiato. La doppia partita di Renzi, in commissione e in Aula, dal punto di vista numerico non si preannuncia comunque semplice. Nove su 23, i deputati Pd della minoranza in commissione: oltre ai 4 'big' di cui sopra, ci sono anche bersaniani come Enzo Lattuca, Alessandro Naccarato e Andrea Giorgis, cuperliani come Barbara Pollastrini e un 'battitore libero' come Giuseppe Lauricella. A questi vanno aggiunti i lettiani Marco Meloni e Francesco Sanna, non certo classificabili come fedelissimi del premier.

I numeri in Aula alla Camera
In Aula le stime della minoranza variano anche perché, nella sinistra Pd, occorre capire chi, al momento della verità, girerà le spalle all'Italicum. Cento, centodieci sono i membri della minoranza Pd alla Camera (su un totale di 308 deputati). La maggioranza, a Montecitorio, viaggia a quota 408, il quorum richiesto per l'ok al testo è 316. Se, in teoria, tutta la minoranza Pd non votasse l'Italicum, Renzi rischierebbe quindi di non avere la maggioranza se non con il soccorso dei 'verdiniani' di FI (17, stando al documento diffuso quando alla Camera si votarono le riforme). Ma è difficile che tutta la minoranza si ribelli.



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