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Federugby, gli obiettivi del presidente: Wayne Smith ct e i Mondiali 2023 in Italia

Una tradizione post Sei Nazioni. Confronto tra la stampa e il presidente della Fir a mezza via tra bilanci e progetti, valutazioni e obiettivi. Alfredo Gavazzi non si sottrae certo, anzi: ci prende gusto, snocciola dati, spiega e rispiega.

Tanta, anche troppa, la carne messa sul braciere. E un punto fermo, a ribadire quanto già garantito dopo che il ciclone Galles aveva spazzato gli Azzurri all'Olimpico con un 61-20 da depressione: “Jacques Brunel ha un contratto da ct azzurro fino al termine del Sei Nazioni 2016 e io i contratti li rispetto”. Il tecnico francese, dunque, guiderà gli Azzurri alla Coppa del Mondo in autunno e anche nel prossimo Sei Nazioni. Nel frattempo, a breve, avrà un colloquio con il presidente. Per cercare di capire il perché di quei black out che fanno virare il bilancio dell'ultimo torneo verso il rosso, nonostante una vittoria importantissima in Scozia, che ci ha anche consentito di evitare l'ultimo posto.

“La mia opinione - dice il n. 1 del rugby italiano - è che la partita davvero da dimenticare l'abbiamo giocata in casa contro una Francia non certo eccellente. Perché abbiamo avuto nel primo tempo le occasioni per portarci in vantaggio e le cose sarebbero potute andare ben diversamente”. Neanche a farlo apposta, proprio contro i transalpini si giocherà il primo match di Coppa del Mondo, sabato 19 settembre a Twickenham, Londra: “Penso che sarà già il match decisivo per il passaggio ai quarti”. Come dire che il miracolo andrà tentato subito, perché l'Irlanda è obiettivamente fuori portata. All'Italia, che non ha mai passato il turno nelle sette precedenti edizioni dei Mondiali, una visione realistica non concede certo molte speranze. Per non lasciarsi eventuali rimpianti alle spalle, comunque, Gavazzi pensa fin da subito a un ingresso nello staff tecnico, da concordare con Brunel: dovrebbe arrivare uno specialista nei calci fermi e sarebbe sicuramente il benvenuto, viste le percentuali improponibili dei nostri in un fondamentale che spesso si rivela decisivo.

Se servissero ulteriori stimoli agli Azzurri, ecco una possibile modifica dei criteri per quanto riguarda i riconoscimenti economici a chi parteciperà ai Mondiali: “Nel 2011 la federazione aveva messo in palio 900mila euro: 600mila come complessivo gettone di presenza, e 300mila in caso di passaggio del turno”. In altre parole, a ognuno dei 30 giocatori sono andati 20mila euro, mentre altri 10mila (sempre a testa) sarebbero stati la ricompensa per l'approdo ai quarti. “Stavolta - continua il presidente - vorrei cambiare e sono disposto a spendere di più, ma a un patto. Non penso a gettoni di presenza, ma il premio individuale per i quarti sarebbe di 50mila euro”.

Mondiali come grande evento sportivo, e anche come fattore di impulso economico per la nazione che li ospita. Dopo Inghilterra 2015 e Giappone 2019, ecco che i giochi si riaprono in vista del 2023. L'Italia ci proverà, anche se la possibile concorrenza (di Francia, Sudafrica, Irlanda) è di alto livello. “Ma la Coppa del Mondo è una grande operazione di marketing, e il business vero del rugby si può fare anche da noi. Un'idea che sta bene al Governo, al Coni, al movimento sportivo italiano. Con ottimi risvolti economici: teniamo presente che nel 2007 la manifestazione ha comportato un aumento dello 0,7% del Pil francese, e che quest'anno nel Regno Unito si aspettano un +1 per cento. Nel nostro Paese l'evento potrebbe essere anche l'occasione per ristrutturare 8-10 stadi del calcio, adeguandoli alle normative”.

Intanto l'Italia si prepara ad accogliere il Mondiale Under 20, ma per questo bastano impianti decisamente meno capienti. Le partite si giocheranno a Calvisano, Parma e Viadana, con la finale allo Zini di Cremona, già messo alla prova per un test match con le Isole Figi. A proposito di test match della Nazionale maggiore, i diritti televisivi per l'estero relativi alle gare interne che si giocheranno nelle finestre di novembre 2016, 2017 e 2018, più quelli di Italia-Scozia del prossimo 22 agosto a Torino, in avvicinamento ai Mondiali, sono stati venduti a B4 Capital per una somma di 1,35 milioni di euro.

Tra i tanti argomenti affrontati, il più gettonato rimane quello del successore di Brunel. “Vorrei - spiega il presidente federale - che fosse non solo un uomo di campo ma anche un tecnico che si occupa di formazione. E gli affiancherei una persona scelta da lui come responsabile del settore giovanile azzurro, fino all'Under 20”. Uno degli intenti sarebbe quello di arrivare (finalmente) a una sinergia completa con le due franchigie, Zebre e Benetton, in modo che le due realtà si muovano in tutto e per tutto in funzione di quanto serve alla Nazionale. E anche qui un coordinamento tecnico sembra essenziale: lo stesso Brunel dovrebbe dedicarvisi nel prossimo anno. Già, ma poi, tornando al punto, chi prenderà il suo posto? “Ho sempre pensato che per noi andasse meglio un esponente della scuola francese, più vicino a noi. Mentre ora forse c'è più bisogno di rigore anglosassone. Abbiamo sentito diverse persone, e la decisione sarà presa in tempi piuttosto brevi, ma la comunicheremo solo alla fine del mandato di Brunel. Io, ad ogni modo, il candidato ideale ce l'ho: è Wayne Smith (neozelandese, 58 anni, ex apertura degli All Blacks, che ha giocato e allenato anche in Italia, è stato ct della Nuova Zelanda e ha ottenuto ottimi risultati con i Canterbury Crusaders e i Waikato Chiefs, ndr). In vista della Coppa del Mondo è tornato nello staff degli All Blacks, ma poi chissà... Noi saremmo disposti ad aspettarlo fino a novembre 2016”.

Un grande nome, e comunque l'opzione n.1, sia pure nella consapevolezza che non sarà facile. Intanto, un altro nome sta venendo fuori, ma stavolta è quello di un giocatore, che si sta distinguendo come mediano di apertura, ruolo cronicamente scoperto. Parliamo di Alex Lozowski, 22 anni da compiere, n. 10 degli Wasps inglesi che hanno appena perso nei quarti di finale di Champions Cup a Tolone. Il ragazzo, nato e cresciuto in Inghilterra, ha anche sangue italiano...

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