Lifestyle

Giovani sconosciuti e un bilancio low cost: così il Carpi vola verso…

  • Abbonati
  • Accedi
dietro i successi della squadra emiliana

Giovani sconosciuti e un bilancio low cost: così il Carpi vola verso la A - Foto

Carpi (Mo) – «Cultura della sconfitta. Poi, pazienza, organizzazione e scouting». Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del fenomeno calcistico del momento, quel Carpi Calcio 1909, rifondato nel 2000, che si avvia a calcare i verdi campi delle più prestigiose arene italiane, dice proprio così: «cultura della sconfitta». Anche se in questo campionato la sua squadra ha perso solo 4 volte, ha vinto 20 volte e ha pareggiato undici volte. Totale 71 punti, contro i 57 del Bologna maltrattato (3 a 0) una settimana fa e i 56 del Vicenza, sconfitto a domicilio 15 giorni fa. E poiché in A vanno le prime due direttamente, gli emiliani della provincia di Modena hanno più di un piede e mezzo nella massima serie.

Il calcio, però, è agonismo, certo, ma anche business. E allora va raccontato questo “Miracolo a Carpi” perché in questa cittadina di poco più di 70mila abitanti e che dalla lega Dilettanti (2010) è un passo dalla serie A, stabilendo un altro record difficilmente eguagliabile, non c'è stata la campagna acquisti faraonica, sia pure per la B, che si potrebbe immaginare.

L’età media è di 23,7 anni e i membri della ‘rosa' della prima squadra sono stati pescati tutti nelle serie minori. E gli stranieri, tutti giovanissimi, si contano sulle dita di una mano. Il monte ingaggi è intorno ai 3 milioni, lo stipendio più alto è di 150mila euro lordi (tetto massimo del salary cap per la B) più altri 150mila euro per eventuali premi.

Per dire, nella passata sessione estiva del calciomercato il Carpi ha acquistato Lollo dallo Spezia per 100mila euro e venduto Laurini per 450mila all'Empoli. Ma i colpi veramente importanti hanno il sapore, questo sì, dolce, del parametro zero. Come il centravanti nigeriano Jerry Mbakogu, classe 1992 prelevato dal fallimento del Padova a zero euro. Finora ha segnato 13 gol in B, qualche club di A lo sta seguendo. E per gli addetti ai lavori la valutazione non è inferiore ai 7-8 milioni di euro. Non lontani da questa quotazione Antonio Di Gaudio, proveniente dal Castelfranco Emilia, dilettanti, 7 gol in campionato, Kevin Lasagna, 21 anni, proveniente dall'Este, dilettanti. Poi via via Roberto Inglese, classe '91 in prestito dal Chievo Verona che ha segnato 7 gol, lo sloveno Struna prestato dal Palermo, e come dimenticare Lorenzo Pasciuti, che a Carpi è da sei anni, quando si giocava sui campi sterrati in provincia. L'unico ad aver giocato ad alti livelli è il portiere Gabriel, proprietà Milan.

«Solo avendo la cultura della sconfitta – dice Giuntoli – potevamo puntare su tutti questi giovani. Sapevamo che si poteva perdere e che non ci sarebbero state pressioni. La dimensione della provincia è fondamentale per la formazione di questi giovanissimi calciatori. Accanto a questa cultura, ci vuole pazienza, cioè saperli aspettare, avere una buona organizzazione e soprattutto cercarli, possibilmente per primi, nelle serie minori».

Per questo è stato fondamentale per questa filosofia Stefano Bonacini, patron del gruppo Gaudì, proprietario del Carpi Calcio ma che ha preferito conferire la presidenza del club a Claudio Caliumi. Tuttavia, il successo sportivo ma anche economico (il club adesso vale decine di milioni di euro, ndr) lo si deve a due personaggi chiave: il direttore sportivo, Giuntoli che a Carpi è arrivato sei anni fa con la squadra in zona retrocessione in serie D, e Fabrizio Castori, l'allenatore marchigiano di 61 anni che ha vinto 11 campionati dall'eccellenza fino alla B, e adesso si prepara ad entrare da protagonista sulla scena della serie A.

Un po’ Arrigo Sacchi un po’ Carletto Mazzone – secondo chi lo conosce bene - Castori nel 2004 fu squalificato per 3 anni, poi ridotti a due, per una rissa in campo durante i play off dalla C1 alla B. Chiese scusa ma trovò eccessiva la pena. Lo scorso anno, poco prima della chiamata del Carpi, Castori aveva di fronte un faraonico contratto “mi davano un sacco di soldi” per allenare il Metalurg, seconda squadra di Donetsk, dirimpettaio di Mircea Lucescu allenatore dello Shakhtar. Poi scoppiò la guerra e non se ne fece nulla.
Gira voce che Castori vorrebbe portare a Carpi il campione del mondo 2006 Luca Toni, 38 anni da Pavullo, nel modenese, che fa ancora il fenomeno (15 gol) nell'Hellas Verona. Poi, altri due-tre elementi di “peso” da inserire nell'intelaiatura attuale della squadra.

L'ultimo interrogativo che anima i discorsi dei tifosi nei bar sotto i portici è dove giocherà il Carpi in serie A. Lo stadio carpigiano, il Sandro Cabassi, dispone di soli 4.160 posti. Si pensa di ampliarlo di 5mila poltroncine, ma è assai più probabile che si giochi al Tardini di Parma che ha 28mila posti, più difficile trasferirsi nel vicino Alberto Braglia di Modena (21mila posti). L'amore fra le due tifoserie, quella carpigiana e quella modenese, di questi tempi non va molto di moda. Non si amano ma non si odiano. Però, meglio evitare.

© Riproduzione riservata