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Jobs act, Poletti: obiettivo 30% di nuovi contratti a tempo…

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il convegno alla luiss

Jobs act, Poletti: obiettivo 30% di nuovi contratti a tempo indeterminato

«Vogliamo che il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti diventi il modo normale di assumere. Se la percentuale dei nuovi contratti stabili passerà dall'attuale 15 al 30% saremo sulla strada giusta». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di un seminario con gli studenti della Luiss a Roma.

Poletti: obiettivo a fine anno +10% posti fissi
Poletti alla Luiss ha evocato un altro target. «Il governo riterrà di aver centrato l'obiettivo - ha detto il ministro - se alla fine di quest'anno grazie al Jobs act ci sarà il 10% in più di contratti a tempo indeterminato, sia nuovi sia trasformazioni di contratti precari esistenti. Se a fine anno cambierà solo il 2% dei contratti avremo fallito». Poletti ha sottolineato, infatti, che «il contratto a tutele crescenti deve diventare il modo normale di assumere» in Italia e che dovrà essere un contratto che «costa strutturalmente meno».  

Cna: assunzioni nelle Pmi, +8,6% a marzo
Intanto a marzo l'Osservatorio del lavoro della Cna (che monitora un campione di oltre 20.500 imprese che occupano circa 127mila persone) realizzato dal Centro Studi, registra un’impennata delle assunzioni nelle piccole imprese, con un balzo dell'8,6% sullo stesso mese del 2014: 3.245 assunzioni, 1.337 delle quali a tempo indeterminato. È l'effetto combinato, spiega il Cna, del contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act, entrato in vigore il 7 marzo, e della decontribuzione inserita nella Legge di Stabilità. La crescita è sostenuta dai contratti a tempo indeterminato, aumentati in dodici mesi del 54,6%. Questi contratti rappresentano ormai il 41,2% delle modalità di assunzione, contro il 28,9% di un anno fa. In calo le assunzioni con altre tipologie contrattuali: -8,3% il tempo determinato, -18,5% l'apprendistato.

Contratti, 154mila in più nei primi due mesi (+12,6%)
Dopo i dati sui contratti a tempo indeterminato attivati nel primo bimestre 2015 (+79mila), il 27 marzo sono arrivati dal Ministero del Lavoro i dati complessivi sui nuovi contratti firmati nei primi due mesi dell'anno (senza i dati sulle cessazioni). E si tratta di cifre che confermano il trend positivo. Nei primi due mesi dell'anno, infatti, sono stati attivati 1.382.978 contratti con un aumento di 154.000 contratti rispetto allo stesso periodo del 2014 (in media nel bimestre +12,6%). L'aumento di contratti a tempo indeterminato registrato a gennaio e febbraio è dipeso però essenzialmente dalla trasformazione di rapporti a termine. Al netto delle cessazioni, i nuovi contratti a tempo indeterminato nei primi due mesi dell'anno sono stati pari a 45.703 (il saldo tra attivazioni e cessazioni nei primi due mesi del 2014 ha segnato meno 18.934 rapporti).

Dietrofront sull'aumento dei contributi
Intanto ieri in commissione Lavoro del Senato è iniziato ufficialmente l'iter dei due Dlgs, riordino dei contratti e conciliazione vita-lavoro, con le relazioni illustrative di Maurizio Sacconi (Ap) e Annamaria Parente (Pd). Oggi i due decreti legislativi attuativi del Jobs act iniziano l'iter anche in commissione Lavoro della Camera. Il governo nei giorni scorsi (dopo la denuncia del Sole 24 Ore), ha annunciato che la clausola di salvaguardia (un contributo aggiuntivo di solidarietà a carico di imprese e lavoratori autonomi per coprire l'eventuale ondata di trasformazioni di rapporti precari in stabili) inserita nel decreto legislativo di riordino dei contratti «verrà superata prima della definitiva approvazione del provvedimento».


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