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CONTROPIEDE

La Juventus batte la Lazio 2-0 e fa le prove generali per la Champions a Monaco

Meglio di così non poteva andare: Lazio battuta 2-0 senza soffrire, quarto scudetto consecutivo in tasca, ma soprattutto una partita che è stata una vera e propria prova generale di quello che dovrà essere tra pochi giorni in Champions, nel ritorno dei quarti di finale contro il Monaco.
Allegri disegna e ottiene una gara che, sulla carta, riproduce esattamente lo schema tattico che dovrebbe aprire ai bianconeri le porte di una semifinale attesa da tanti, troppi anni. Ovvero con i suoi uomini in vantaggio nella prima mezzora (come lo sono in Champions dopo i primi 90 minuti) grazie a un gioco attento in difesa e micidiale in contropiede. Contro il Monaco servirà fare la stessa, identica cosa.
La Juventus, a guardare le statistiche, non ha prevalso in nulla: meno possesso palla, addirittura 59,1 a 40,9% per i laziali; meno tiri verso la porta avversaria, 8 contro 17; meno calci d'angolo, 2 contro 9. E anche una percentuale inferiore (79,5 contro 86,5) nel conteggio dei passaggi riusciti. Eppure 2-0 e gara, di fatto, controllata dall'inizio alla fine, lasciando sfogare l'avversario ma correndo un solo vero grande rischio su un tiro di Candreva deviato in angolo da Buffon.
Come dicevo prima, prova generale ideale per la sfida di Champions che dovrà essere giocata esattamente nello stesso modo: controllo totale dell'avversario costretto ad attaccare, solidità difensiva senza mai cadere nell'eccessivo schiacciamento sulla linea della propria area di rigore, capacità di sfruttare al massimo ogni singolo errore traducendo in gol le occasioni che si presentano (ieri in rete Tevez e Bonucci, al 17esimo e al 28esimo, con due gol su un totale di 4 tiri nello specchio della porta della Lazio).

Per Pioli e i suoi uomini arriva così il primo stop dopo otto vittorie consecutive: la Roma potrebbe effettuare il controsorpasso per il secondo posto in classifica, visto che oggi è attesa a una gara casalinga tutt'altro che impossibile contro l'Atalanta, ma la differenza di gioco e di risultati negli ultimi due mesi continua a far pendere l'ago della bilancia verso la squadra del presidente Lotito.
Ma torniamo alla Juventus, che ormai ha in tasca uno scudetto strameritato e conquistato non solo con il maggior numero di punti, che alla fine è quello che conta, ma anche con il migliore attacco del campionato, la migliore difesa, il maggior numero di vittorie e il minor numero di sconfitte. Un dominio totale che rende difficile immaginare una conclusione diversa anche nel torneo del prossimo anno: l'unico vero avversario rischia di essere la difficoltà nel mantenere la concentrazione perché continuare a vincere, anche se può sembrare un controsenso, alla lunga stanca.
Testa alla Champions League, dunque, e al ritorno dei quarti di finale di mercoledì prossimo: per come si sono messe le cose nelle altre gare non è del tutto irrealistico pensare che Porto e Atletico possano eliminare Bayern Monaco e Real. Se così fosse nell'urna di Nyon ci sarebbero due sorteggi fattibili su tre, con il solo Barcellona fuori categoria e da evitare come la peste.

Nell'altro anticipo di sabato la Sampdoria di Sinisa Mihajloic non è andata oltre il pareggio (0-0) con il Cesena. Un punto che non serve più di tanto ai romagnoli in chiave salvezza, anche se allunga la speranza di un recupero in extremis magari approfittando di un passo falso delle dirette concorrenti. Ma soprattutto un punto che frena il cammino dei doriani verso una possibile qualificazione ai preliminari di Champions League del prossimo anno, traguardo che con una vittoria sarebbe rimasto almeno in teoria ancora a portata di mano.
Oggi le altre gare, con la serata dedicata al derby di Milano che vale soprattutto per la supremazia cittadina: sognare altri traguardi, come l'Europa League, è per ora troppo ambizioso. Occorrerebbe non solo continuità, cosa che entrambe le milanesi non hanno mai avuto nel corso della stagione, ma anche il verificarsi di contemporanee e multiple sconfitte da parte delle molte squadre che le precedono in classifica.

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