All’indomani del terribile naufragio nel Mediterraneo, si è levata anche la voce del capo dello Stato, Sergio Mattarella. In una conversazione telefonica con il presidente greco Prokopis Pavlopoulos, i due presidenti hanno concordato sulla necessità che «l’Unione europea rafforzi significativamente il suo ruolo nella gestione del problema migratorio nel Mediterraneo affinché questi drammi non abbiano più a ripetersi». Pavlopoulos, riferisce una nota del Quirinale, desiderava portare la solidarietà sua personale e del suo Paese per la tragedia accaduta ieri nel canale di Sicilia, che ha causato un numero ancora non precisato di vittime.
Mattarella: «L’Europa non ignori il dramma dei profughi»
«L’Europa non ignori il dramma dei profughi», ha ripetuto Mattarella ricevendo in udienza i presidenti dei Parlamenti della Ue, riuniti a Montecitorio, e mandando un «pensiero rispettoso alle centinaia di vittime che giacciono nel mar Mediterraneo, colpevoli solo di aver cercato un futuro migliore per sé e per i propri figli». L’Europa «non può sottrarsi alla prova di centinaia di migliaia di profughi in movimento che abbandonano le proprie case per sfuggire alla morte, alle persecuzioni, alla fame».
«Fare Europa significa rispondere a questa crisi»
Non volgere lo sguardo altrove, ha detto Mattarella, «è la ragione fondante della nostra Unione». «I valori di pace, libertà, democrazia, rispetto dei diritti della persona ci impediscono di rimanere indifferenti di fronte all’immane tragedia che si svolge quotidianamente a poche miglia dal confine meridionale dell'Europa», ha proseguito. «Oggi “fare Europa” significa anche saper dare risposta efficace a questa crisi».
Serve iniziativa umanitaria sin dai Paesi d’origine
Per il capo dello Stato, «occorre un’iniziativa umanitaria straordinaria che coinvolga, oltre all’Unione europea, gli organismi internazionali e le agenzie dell’Onu per politiche che affrontino l’emergenza sin dai Paesi di origine». «L’immane tragedia« dei migranti, ha aggiunto il presidente, «Papa Francesco l’ha definita “terza guerra mondiale”: una guerra
frammentata, sui territori più poveri esistenti. Come alla fine della seconda guerra mondiale, di cui ricorre, in questo 2015, il 70° anniversario della conclusione, centinaia di migliaia di vittime incolpevoli si aggirano ai margini dei conflitti cercando di salvaguardare il più elementare dei diritti umani, quello alla vita».
Aumentare il tasso di democraticità dell’Unione
«L’Europa, i suoi strumenti, i suoi metodi di lavoro sono oggi messi in discussione, alla prova di attese sempre più alte da parte delle opinioni pubbliche dei nostri Paesi, e di risultati non sempre adeguati», ha osservato Mattarella. Talvolta, ha spiegato, «le critiche hanno argomenti fondati, che mettono a nudo le residue fragilità dell’edificio europeo e, molto più spesso, propongono semplificazioni eccessive, frutto di una mancata comprensione del significato più profondo del comune progetto di integrazione e anche di quello di anguste aspirazioni nazionalistiche». Ma lo strumento principe per uscire da questa crisi «consiste nel dare nuovo respiro all’integrazione europea». E «vi sono spazi e occasioni da cogliere per aumentare, pur senza modifiche ai Trattati, il tasso di democraticità della nostra Unione».
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