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A battere l'Inter di Mancini basta la Juve2. Lazio, vittoria…

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CONTROPIEDE

A battere l'Inter di Mancini basta la Juve2. Lazio, vittoria Champions (con polemiche) in casa della Sampdoria

Altro che derby d'Italia: Allegri ha in testa, giustamente, la finale di Champions League contro il Real Madrid e forse, in un angolo dei suoi pensieri, c'è anche quella contro la Lazio di mercoledì prossimo per la conquista della Coppa Italia.
Così stravolge la Juventus titolare lasciando fuori Buffon, Chiellini, Pirlo, Vidal, Evra, Tevez e Pogba: i rincalzi, che sarebbe stato lecito aspettarsi pronti a giocare un incontro veemente, restano invece tranquilli come se l'incontro fosse solo un problema nerazzurro. E in effetti nel primo tempo, o meglio in gran parte del primo tempo, è proprio l'Inter a imporsi e a dominare l'incontro. Gol di Icardi dopo nove minuti (deviazione fortunosa con la pancia su tiro di Brozovic) e reazione molto modesta dei bianconeri che continuano a subire il gioco dei padroni di casa.

Ci prova il solito Morata, senza successo, e con una prevalenza netta dell'Inter si arriva fino al 39esimo: Shaquiri colpisce l'incrocio dei pali a Storari battuto, Brozovic sul rimpallo ribadisce in rete. Per l'arbitro è fuorigioco (che invece non c'è) e quindi si resta sull'1-0. A questo punto la Juventus è abbastanza spaventata per cominciare a fare la Juventus e inizia a giocare dopo 40 minuti di vacanza. Passano tre minuti e Vidic (quarto fallo da rigore quest'anno) atterra Matri in area: l'arbitro Doveri fischia il penalty (che c'è) ma estrae solo il giallo per il difensore serbo (a regolamento avrebbe dovuto essere un cartellino rosso). Pareggio di Marchisio e tutto rimandato alla ripresa.
Che invece di fatto non offre spunti importanti perché l'Inter si squaglia come neve al sole, probabilmente stanca per lo sforzo prodotto nel primo tempo. Appena la Juventus alza il ritmo e il livello di concentrazione i nerazzurri, come gran parte delle squadre del nostro campionato, semplicemente non riescono a durare per 90 minuti. E questo succede anche quando in campo ci vanno le riserve.

Il merito è senza dubbio di Allegri, che ha dato alla squadra una maggiore libertà di gioco rispetto a quanto faceva Antonio Conte, ma al tempo stesso ha insegnato ai giocatori alcuni movimenti base da mandare a memoria. Il risultato è che i bianconeri giocano senza pensare, spostando la palla una frazione di secondo prima che gli avversari possano intervenire.
Così nel secondo tempo, anche se è giusto registrare un paio di grandi parate di Storari su Palacio e Icardi (peraltro i portieri sono pagati per parare, fino a prova contraria) ad andare in gol è di nuovo la Juventus: Morata, che in questo periodo trasforma in oro tutti i palloni che tocca, sfrutta una papera di Handanovic e infila il gol del definitivo 2-1.
Risultato che non aggiunge nulla alle truppe di Allegri, ma che probabilmente mette fine alle speranze di qualificazione europea per i nerazzurri. Credo non sia un male, la squadra deve essere completamente ricostruita, nel gioco e negli uomini, come ha sottolineato lo stesso Mancini: “San Siro è troppo pesante per alcuni giocatori di questa Inter”. Inutile aggiungere altro.

A lasciare viva una flebile speranza di Europa League arriva in serata la sconfitta interna della Sampdoria, che incassa dalla Lazio un 1-0 immeritato (ma come ho sempre detto il calcio non prevede giudizio di merito). I biancocelesti salgono così a quota 66 punti, con il secondo posto provvisorio, contro i 64 della Roma e i 60 del Napoli, impegnate oggi in casa rispettivamente contro Udinese e Cesena.
La Sampdoria potrebbe andare in vantaggio, sbagliando occasioni importanti soprattutto con Obiang ed Eto'o. Inoltre per due volte, nel corso del primo tempo, l'arbitro Mazzoleni ferma per fuorigioco (inesistenti) gli attaccanti doriani lanciati verso la porta avversaria: avesse visto giusto forse staremmo commentando un'altra partita. Purtroppo lo stesso Mazzoleni sbaglia anche in occasione del gol della Lazio, messo a segno da Gentiletti di ginocchio con una deviazione in mischia su calcio d'angolo.

L'azione è chiaramente viziata da un blocco irregolare di Klose: cose che a livello internazionale fischiano sempre, in Italia praticamente mai. E poi siamo stupiti quando in Europa seguono le regole. Forse sarebbe il caso di uniformare l'applicazione del regolamento: Pierluigi Collina, che oggi ha voce in capitolo nell'Uefa, dovrebbe impegnarsi in tal senso. Non è possibile che l'Italia resti il Paese del “si, ma…” anche quando si tratta di arbitrare una partita di Serie A. L'errore ci può stare. Ma che ogni Paese, o peggio ogni arbitro, abbia il suo spazio interpretativo eccede il limite del buon senso.
Non lo manda a dire il presidente doriano Ferrero, che a fine partita commenta così: “Non è un errore o una svista che può farmi perdere il buonumore. Sbaglia chi gioca, sbaglia chi lavora. Ma c'è troppa gente che sbaglia, anche.

Ci sono state sviste di qualcuno. Io so che l'errore è umano, non ho mai detto nulla contro questi signori, ma poi vedo che chi strilla nel calcio poi gli danno ragione. Sono tre volte che lo stesso signore ha delle sviste. Verona, Cesena e oggi.. E' sempre lui: c'ha gli occhi delle bambole. Tre errori sono troppi. Ho detto al mio club che non bisogna mai parlare male degli arbitri: fanno un lavoro complicato. Ma tre volte mi sembra eccessivo. Mi pare di stare a “Scherzi a parte”.
La classifica, quando mancano due giornate oltre alle gare di oggi e domani della 36esima, recita per la lotta Europa League: Fiorentina (in casa lunedì contro il Parma) 55; Sampdoria 54, Genoa (che oggi incontra l'Atalanta a Bergamo) 53, Inter 52. Settimana prossima, con i doriani impegnati a Empoli, ci sarà lo scontro diretto Genoa-Inter. In un campionato tutto sommato noioso e stradominato dai bianconeri sono proprio le ultime partite per la qualificazione all'Europa del prossimo anno a regalare le emozioni più grandi.

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