Lifestyle

Pirelli: «La Formula 1 dà una marcia in più ai nostri…

  • Abbonati
  • Accedi
Intervista al presidente Tronchetti Provera

Pirelli: «La Formula 1 dà una marcia in più ai nostri ricercatori»

Dal paddock del Gran Premio di Monaco, dove Luis Hamilton ha conquistato la pole position, Marco Tronchetti Provera, presidente e ad del gruppo Pirelli, fa il punto sull'impegno del gruppo nel circus e sulle possibilità di continuare l'avventura nella massima serie automobilistica anche dopo la scadenza contrattuale di fine 2016.

Fino a che punto arriva il vostro interesse a rimanere in Formula 1?
Stiamo valutando se ci saranno le condizioni tecnologiche, di sicurezza ed economiche ideali. Se uno di questi parametri non sarà allineato con le nostre priorità potremo scegliere di dedicarci ad altre competizioni.

Vi spaventano le novità anticipate nello Strategy Group a riguardo della scelta dei pneumatici da parte dei team e il ritorno dei rabbocchi di carburante?
No, il problema di un raddoppio gomme non c'è: si possono trovare soluzioni per recuperare i costi. Per i rifornimenti, è una questione che non ci riguarda e lasciamo volentieri a Fom e Fia. L'importante è che si riesca a non far aumentare le spese a nostro carico oltre i livelli attuali. Abbiamo dimostrato di saper fare questo mestiere in modo abbastanza speciale. Nessuno prima d'ora era mai riuscito ad avere tutte queste mescole con varie possibilità di utilizzo.

Ieri avete mostrato di nuovo i cerchi da 18 pollici. Solo una proposta o una possibilità concreta?
Noi siamo pronti in tutti i casi, non è un problema. Si può arrivare anche a 20 pollici se volessero davvero. La tecnologia non è diversa. Le strutture e le mescole sono comunque sempre in continua evoluzione e lo sviluppo andrebbe avanti. Quello che facciamo sui 13 pollici lo possiamo fare sui cerchi da 18 o 20, indifferentemente.

Dal rumore alla noia, non mancano le polemiche. Quali idee per il futuro della Formula 1?
Occorre ragionare insieme e trovare soluzioni per mantenere questo sport affascinante.
Qualche idea valida ha iniziato a essere condivisa. Da tutti è sentita la necessità di rimettere più piloti al centro. Questo è tecnologia e spettacolo: oggi bisogna inderogabilmente trovare il giusto equilibrio, altrimenti se prevale solo uno dei fattori il gioco diventerà sempre meno interessante.

Dopo il Nurburgring, il circus rischia di tagliare anche Monza?
Il Gran Premio d'Italia è nella storia dell'auto e dell'automobilismo e tutti si augurano che rimanga in calendario: è un dovere. L'autodromo nazionale è un circuito della velocità, davvero affascinante e auspico che venga trovata una soluzione. Noi supportiamo la causa in modo limitato. Non sta a noi fare di più: ci sono le autorità competenti per far si che questo spettacolo continui con solide basi.

A quattro anni dall'ingresso in Formula 1, siete soddisfatti del coinvolgimento di Pirelli?
La Formula 1 è certamente un grande supporto al nostro business. Rende più veloce l'attività di ricerca dei materiali e apprezziamo concretamente un impatto positivo sui nostri ricercatori. I tecnici che dal motorsport tornano allo sviluppo di prodotti per le vetture di serie hanno innegabilmente acquisito una marcia in più: si erano abituati a trovare in tempo reale soluzioni su tecnologie sofisticate, in condizioni estreme, con cambiamenti di carico e di temperature che non potremo mai teorizzare così bene come nella realtà. Questi sono i vantaggi tecnologici. E poi c'è uno spirito all'interno dell'azienda che crede in questa sfida e da motivazione alla gente.

© Riproduzione riservata