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Migranti, la Lega minaccia di bloccare le prefetture. Alfano:…

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quasi 6mila arrivi in 24 ore

Migranti, la Lega minaccia di bloccare le prefetture. Alfano: è solo odio verso il Sud

Sono ancora scintille sull’emergenza immigrazione, dopo la minaccia del governatore leghista della Lombardia Roberto Maroni, seguito dal presidente del Veneto Luca Zaia, di tagliare i trasferimenti ai Comuni che decidono di accogliere i profughi. Il leader della Lega Matteo Salvini alza i toni: «Siamo pronti a bloccare le prefetture». Mentre dal Pd e dal governo si moltiplicano gli attacchi ai governatori “dissidenti”. In mattinata, intanto, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha incontrato al Viminale il commissario Ue per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos. Un colloquio strategico, in vista della riunione dei ministri dell’Interno Ue della prossima settimana e del Consiglio europeo di fine mese, che dovrebbe ratificare la proposta di ricollocamento di 40mila profughi in 24 mesi nei Paesi dell’Unione.

Avramopoulos: «La Commissione Ue è qui per sostenere l’Italia»
Al termine del vertice con Alfano, Avramopoulos ha spiegato: «Sono qui per lanciare un messaggio forte: in questo periodo difficile, con una pressione immigratoria così forte, l’Italia non è da sola. La Commissione europea sarà qui per sostenerla». E ancora: «L’Agenda per l’immigrazione è un test per l’Europa e non torneremo indietro: siamo impegnati e determinati ad andare avanti».

Alfano attacca: «Insopportabile odio verso il Sud»
Il ministro dell’Interno ha commentato duramente la posizione dei governatori leghisti: «Chiediamo un’equa distribuzione dei migranti in Italia, così come in Europa, ed è un atteggiamento insopportabile di odio verso il Sud dire ad alcune regioni “sbrigatevela da soli”». Ma il ministro ha anche criticato la proposta europea di ripartizione dei richiedenti asilo: «È difficile immaginare che 24mila migranti via dall’Italia in due anni siano una cifra giusta e che questi debbano essere solo eritrei o siriani».

Maroni: «Taglio fondi si può fare e lo farò»
Oggi Maroni su twitter si è rivolto direttamente ad Alfano: «Il ministro Alfano dice che sull’immigrazione vuol fare come me: bene, cominci a fermare gli sbarchi, come avevo fatto io nel 2011 dopo la Primavera Araba». Sulla legittimità di eventuali tagli ai Comuni ha poi confermato: «Stiamo facendo una serie di proposte, si può fare e lo farò. Ci sta pensando l’assessore all’economia Garavaglia, stiamo lavorando sui tagli. I costituzionalisti non si preoccupino».

Salvini: «Pronti a bloccare le prefetture»
Dà manforte a Maroni il leader della Lega, Matteo Salvini, che nega di aver “suggerito” la strategia ai governatori di Lombardia e Veneto e alza i toni: «Come Lega siamo pronti a bloccare le prefetture e a presidiare tutte quelle strutture che a spese degli italiani qualcuno vuole mettere a disposizione di migliaia di immigrati clandestini. Se Renzi e Alfano pensano di prendere il nord come soggiorno per i clandestini hanno sbagliato tutto». Le loro, ha rincarato, sono «cazzate razziste». Ai microfoni di Radio Cusano Campus Salvini aveva spiegato poco prima: «Altri profughi e clandestini? Quando è troppo è troppo, è questione di numeri, di buonsenso. Non si possono accogliere decine di migliaia di irregolari dove ci sono più di quarantamila immigrati regolari disoccupati, in Veneto, che rischiano di perdere lavoro, casa e documenti».

Il prefetto di Milano: attendiamo invii dal governo
Che il clima sia teso lo dimostra la posizione del prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca: «Milano attende le direttive e gli invii che il Governo effettuerà e risponderà secondo i criteri generali». Tronca assicura: da Maroni «nessuna lettera o indicazione. Sono vicende di carattere politico che non spetta al prefetto valutare». Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, non teme dal canto suo le minacce lanciate da Maroni. A suo avviso, il governatore «sa benissimo che non rientra nei suoi poteri quello che ha minacciato di fare». E, anzi, invita l’ex ministro dell’Interno, «visto che è credente», a «leggersi il Vangelo».

Lombardia, Liguria e Veneto fanno fronte comune
A Maroni e a Luca Zaia (Veneto) si aggiunge il neopresidente della Liguria, Giovanni Toti, che in un’intervista a Repubblica dice: «Il governo deve smetterla di frignare sui profughi. Ha ragione Maroni. Scriverò con ferma cortesia ai prefetti e poi a tutti i sindaci della Liguria per bloccare gli arrivi: l’avrei già fatto, ma non è ancora arrivato il decreto che ufficializza la mia elezione a governatore». «La prossima settimana - annuncia Toti - abbiamo fissato un incontro a Venezia: Maroni, Zaia ed io. Per allineare le politiche delle nostre regioni. Un blocco che è innanzitutto amministrativo, sui temi dei migranti, certo, ma anche sull’omogeneità fiscale, la cooperazione tra amministrazioni. Ed è anche un blocco politico».

Boldrini: «Agire con responsabilità»
«Chi ha ruoli istituzionali deve agire sempre con senso di responsabilità», ha ammonito la presidente della Camera, Laura Boldrini. «Nei momenti difficili - ha affermato Boldrini a margine di un convegno all’Università La Sapienza - tutto il Paese deve saper rispondere e questo significa fare sistema e dimostrare anche agli Paesi che l'Italia non si tira indietro di fronte alle sue responsabilità».

Chiamparino: «Il governo ignori la tesi di Maroni»
Il presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, intanto, ha chiesto che la tesi dei governatori leghisti venga ignorata: «Credo che il governo debba ignorare la posizione di Maroni e dare disposizione ai prefetti perché tutte le Regioni diano accoglienza ai migranti».

Serracchiani: «È il governo che decide, non i governatori»
La vicesegretaria Pd e governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, conferma la linea di Renzi e sul Corriere della Sera attacca Maroni: non può diffidare i prefetti, afferma, perché «le Regioni non hanno competenza diretta su questo tema, ce l’hanno il Viminale e i prefetti, il governo ha totale autonomia nella gestione dell’emergenza immigrazione, e lui che è stato ministro dell’Interno lo sa bene». Alla domanda se i profughi destinati a Veneto e Lombardia finiranno in Friuli, Serracchiani replica: «No che non li prendiamo, devono prenderseli loro. C’è un piano, i migranti saranno distribuiti secondo il piano e tutti dovranno fare la loro parte, tutte le Regioni, nessuna esclusa. Altrimenti ci dicano che non sono in grado di fare gli amministratori».

Quasi 6mila sbarchi tra sabato e domenica
Il dato incontrovertibile è quello degli arrivi, in costante aumento: sono stati 2.371 i migranti salvati ieri in 15 differenti operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia, coordinate dalla centrale operativa della Guardia Costiera a Roma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questo numero va ad aggiungersi ai 3.480 migranti salvati nella giornata di sabato, per un totale di 5.851 profughi soccorsi. Il numero di migranti che tentano di raggiungere il Mediterraneao nella speranza di arrivare in Europa è aumentato di oltre il 10% nei primi cinque mesi del 2015. Secondo le previsioni del governo italiano, saranno complessivamente 200mila gli arrivi sulle coste italiane quest’anno, rispetto ai 170mila del 2014.

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