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la bufera sul campidoglio

Mafia capitale, presidenze delle commissioni capitoline verso l’azzeramento

Dopo la seconda ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale, in Campidoglio si accelera sul cambio ai vertici e sul taglio delle commissioni capitoline. Presto («Questione di giorni») saranno dimezzate, passeranno da 24 a 12, e ci sarà anche l'azzeramento di tutte le presidenze che dovranno poi essere rinominate. È quanto fa sapere il commissario del Pd Roma Matteo Orfini, lasciando il Campidoglio al termine di un vertice con il sindaco Ignazio Marino.

Pd: in due giorni pronta delibera commissioni
Una linea, quella di Orfini, confermata il capogruppo del Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo, che ha assicurato: «Nel giro di 24-48 ore, e quindi in anticipo rispetto alla deadline del 30 giugno che aveva indicato la presidente Baglio, saremo in grado di depositare la delibera che rappresenta la proposta del Pd e su cui ci sarà una verifica con la coalizione e anche con l'opposizione. Poi la prossima settimana partirà iter in Aula».

Mafia Capitale: seduta lampo aula, proteste opposizione
Intanto però i lavori del consiglio comunale procedono a rilento. Dopo la seduta lampo el 9 giugnoper la “surroga” dei quattro consiglieri arrestati nell'ambito dell’inchiesta (Mirko Coratti e Pierpaolo Pedetti - Pd; Massimo Caprari -Centro democraticio; Giordano Tredicine, Pdl) oggi nuova seduta lampo dell'Assemblea capitolina, nell'aula Giulio Cesare del Campidoglio, che aveva all'ordine del giorno la discussione della delibera sui residui di bilancio. Dopo la sua relazione introduttiva l'assessore al Bilancio, Silvia Scozzese, ha abbandonato l'aula per altri impegni e la sua impossibilità a rimanere sugli scranni della giunta ha costretto la presidente dell'Assemblea capitolina, Valeria Baglio, a chiudere la seduta riconvocandolo per domani mattina alle 10. La chiusura del consiglio comunale ha scatenato le prostrate dell'opposizione. Consiglieri e militanti della Lista Marchini hanno esposto cartelli con su scritto, gridando «vergogna, vergogna».

Centrodestra presenta mozione di sfiducia a Zingaretti
Nel mirino delle oppoizioni oggi anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti (il suo capo di Gabinetto Maurizio Venafro, dimessosi, è indagato nell’ambito dell’inchiesta, ndr). Oggi è stata formalmente depositata dal capogruppo di Forza Italia, Antonello Aurigemma, al Consiglio regionale del Lazio, la mozione di sfiducia al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. La mozione è stata firmata da tutti i consiglieri del centrodestra. «L'auspicio - hanno dichiarato i firmatari - è che anche i consiglieri del Movimento 5 stelle vogliano sottoscrivere questo atto e che esso venga rapidamente calendarizzato e discusso in Aula».

Manager Cascina: gara Cara Mineo legittima, mai pagato Odevaine
Sul fronte degli interrogatori, intanto il manager della Cooperativa “La Cascina”, Salvatore Menolascina, ai domiciliari con l'accusa di corruzione e di turbativa d'asta, ha respinto le accuse davanti al gip e ha rivendica la legittimità delle gare vinte dalla Cooperativa, compresa quella per la gestione dei servizi del Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo (Catania) del 2012, finita nel mirino della magistratura (che indaga tra gli altri anche il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione - Ncd). Menolascina, oltre a difendere la legittimità della gara ha negato di aver mai dato soldi a Odevaine, ex membro del Tavolo di coordinamento sull'Immigrazione al Viminale («Non era nel nostro libro paga»).

Pd fa quadrato intorno a Marino
I vertici nazionali del Pd hanno fatto quadrato intorno al sindaco di Roma Ignazio Marino. Quella delle dimissioni di Ignazio Marino «è un'ipotesi che non esiste e che non è mai esistita». La blindatura è arrivata ieri dal commissario Pd nella capitale e presidente del partito democratico, Matteo Orfini, nel giorno in cui il premier Matteo Renzi, tornando sul tema «corruzione» dall'Expo di Milano, si è detto convinto che «l'opera di pulizia non è completata, deve essere velocizzata e fatta nel modo più duro e rigoroso possibile». Su Marino anche da Palazzo Chigi la linea è la stessa: «Per ora non cambia nulla», hanno assicurato i collaboratori del premier. I democrat, ha annunciato Orfini, vogliono ripartire proprio dalla base: sabato ripartirà il tesseramento del Pd Roma, mentre il 19 giugno «sarà presentata alla Festa dell'Unità la mappatura dei circoli fatta da Barca, e procederemo alla chiusura di quelli “cattivi”». Intanto dopo la richiesta di M5S, da Sel e Lega la prossima settimana il Governo risponderà in Aula al Senato su Mafia Capitale.

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