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Squinzi: «Sulle riforme siamo al 10% del cammino»

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il presidente di confindustria

Squinzi: «Sulle riforme siamo al 10% del cammino»

«Siamo al 10% del cammino delle riforme, questo è un Paese complicato e dobbiamo semplificarlo». Ne è convinto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che intervistato all’assemblea degli industriali ravennati dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, ha parlato delle riforme messe in campo in questi mesi da Palazzo Chigi. «Abbiamo un bisogno disperato di ritrovare la crescita - ha proseguito il numero uno di viale dell'Astronomia - quello che ci manca è completare le riforme che il governo Renzi ha avviato, ma rimane tantissimo cammino da fare». Il presidente Squinzi è poi tornato sul tema delle riforme del governo Renzi anche da Rimini, dove ha partecipato nel pomeriggio all'assemblea annuale di Unindustria. «Il grosso delle riforme è ancora da fare», ha spiegato, elencando i temi principali: «I punti sono la semplificazione della Pubblica amministrazione e la legge delega fiscale». Passi, ai suoi occhi, ormai non più rimandabili: «Due punti che se non vengono sistemati - ha avvertito Squinzi - sarà molto difficile far ripartire il Paese».

Sindacato unico non in un Paese democratico
«Io sono un democratico, non ho alcuna ambizione di questo tipo: mi sembra una esternazione del momento» è stata la risposta del presidente di Confindustria a chi gli chiedeva un commento sulle parole del premier circa l’ipotesi di vedere nascere un sindacato unico. «Non credo che in un Paese democratico sia possibile e auspicabile». A giudizio del numero uno degli industriali italiani, poi, «se il sindacato non si mette al passo con i tempi rischia fortemente, gli ultimi scioperi hanno avuto risultati modestissimi, e il tesseramento ridotto ai minimi termini. Penso si debba fare delle domande perché non può diventare solo il sindacato dei pensionati». Ad ogni modo, ha argomentato ancora Squinzi, «noi come Confindustria siamo pronti a dialogare. Il mondo si muove a velocità diverse dal passato, bisogna - ha concluso - che il sindacato lo capisca e si regoli di conseguenza»

«L’Europa non ci aiuta, unica guida è Bce»
Nel corso del suo intervento precedente in giornata Squinzi ha sostenuto che «in questa Europa c’è solo una istituzione che sta guidando la politica ed è la Banca centrale europea. Quelle della Bce sono le uniche esternazioni di una volontà politica» nel Vecchio Continente. «Questo tipo di Europa non mi piace - ha argomentato ancora Squinzi -, io sono un europeista convinto e il mio sogno sono gli Stati uniti d’Europa ma dobbiamo ritrovare la spinta politica di un’Europa unita che spinga tutta nella stessa direzione».

Positivi i decreti attuativi del Jobs Act
«Riteniamo che sia complessivamente positivo» il varo dei sei decreti attuativi del Jobs Act ieri in Consiglio dei ministri, ha aggiunto Squinzi. «Dobbiamo sempre fare una valutazione complessiva - ha aggiunto -: lasciamo arrivare in fondo il governo».

«Bene la Cig al massimo per due anni»
Sulla previsione di maggiori oneri per chi utilizzerà la cassa integrazione, Squinzi ha sottolineato che «è anche giusto: ho sempre pensato che la cassa integrazione debba essere un aiuto per quelle imprese che hanno una vera possibilità di rientrare competitivamente sul mercato». Quindi, ha precisato, la cassa integrazione «dovrebbe avere una durata di uno, massimo due anni. Purtroppo in questo Paese abbiamo avuto casse integrazioni che sono durate anche sette anni. È un sistema che va profondamente rivisto e ridisegnato».

«Non usare Jobs Act per precarizzare»
A chi gli ha fatto notare che in Emilia Romagna i sindacati hanno scritto al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per segnalare che ci sono aziende che fanno contratti precari per alcuni mesi e poi cambiarli per accedere a sgravi fiscali, Squinzi ha risposto: «Il Jobs Act non dovrebbe essere utilizzato in questo modo. Ho sempre pensato che dovrebbe andare nella direzione di contatti di lavoro a tempo indeterminato con tutta una serie di flessibilità: mi auguro che questo sia il punto di arrivo».

Prudenza sulla crescita
A margine dell’assemblea, il numero uno di Viale dell’Astronomia ha ribadito l’invito alla cautela sulla crescita: «Dopo tredici trimestri negativi avere un trimestre in positivo come Pil è sicuramente una buona notizia, però prima di dire che siamo fuori dalla crisi e che c’è la ripresa credo che dovremmo ancora aspettare un attimo. Non possiamo focalizzarci sul dato singolo, del singolo mese. Bisogna fare una valutazione complessiva».

Falso in bilancio, stretta non sia «vessazione»
Interpellato sulle conseguenze della stretta su falso in bilancio e riciclaggio, Squinzi ha detto che si tratta di una «situazione delicata». «Ci sono approcci - ha affermato il presidente di Confindustria - che ho definito in assemblea come la manina anti-imprese. Non vogliamo sconti di nessun tipo, vogliamo fare il nostro dovere di cittadini corretti e leali ma non possiamo essere sempre sottoposti a vessazioni di tutti i tipi come accade adesso».

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