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Riforma della scuola al rush finale, oggi il voto finale

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Riforma della scuola al rush finale, oggi il voto finale

Riforma della scuola all’ultimo miglio alla Camera. Oggi si sono concluse le votazioni degli emendamenti, tutti respinti. L'aula è poi passata ai pareri sugli ordini del giorno. Domani, giovedì, ci saranno i voti sugli odg e poi si passerà alle dichiarazioni di voto. Quindi, il voto finale che dovrebbe arrivare entro la mattinata. Dopodiché comincerà la road map di attuazione di un provvedimento che porterà in cattedra a settembre 47mila docenti precari, a cui se ne aggiungeranno altri 55mila nel corso del prossimo anno scolastico, introdurrà un inizio di chiamata diretta (ma solo dal 2016) da parte dei presidi, rafforzerà l'alternanza scuola-lavoro e avvierà l'era della valutazione degli insegnanti per distribuire i 200 milioni legati al merito. La relatrice di maggioranza Maria Coscia (Pd) e il governo hanno dato parere contrario a tutti gli emendamenti.

Proteste dell'opposizione
In apertura di seduta, il vicepresidente di turno dell'assemblea Roberto Giachetti ha spiegato che la presidenza ha deciso di chiedere a ciascun gruppo di segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione. Un contingentamento che ha scatenato le proteste delle opposizioni. Giancarlo Giordano (Sel) ha attaccato: «Sono soltanto 135 gli emendamenti presentati dalle opposizioni quindi non capiamo il motivo per cui dobbiamo subire l'ennesima contrazione dei tempi. Per quanto riguarda il nostro gruppo, passare da 27 emendamenti a uno solo ci mette fuori dalla discussione». La decisione della presidenza della Camera, criticata anche da Lega, M5S e Forza Italia, è stata difesa da Giachetti che ha spiegato come si tratti di una «norma applicata a tutti i provvedimenti in via sistematica», una decisione «adottata sulla base di una costante prassi». Sta di fatto che il contingentamento dei tempi ha fatto decadere di fatto l’opzione, per il governo, di porre la questione di fiducia sul provvedimento (come aveva invece fatto al Senato in seconda lettura).

Testo blindato
Il testo della riforma all'esame della Camera è comunque blindato, come blindati sono i tempi di approvazione per consentire già dal prossimo anno l'immissione in ruolo degli oltre 100 mila precari previsti dalla riforma. Le posizioni in aula ricalcano la polarizzazione che accompagna la riforma sin dalle linee guida di settembre. Al sì convinto di gran parte dei democrat e di Ncd si contrappone il no tiepido di Forza Italia, che con Elena Centemero parla di «proteste eccessive» e «punti positivi» all'interno del testo, e quello convinto di Sel, 5 Stelle e Fdi. Anche fuori dal palazzo il copione non cambia. In piazza ieri si sono date appuntamento tutte le sigle sindacali e alcune migliaia di docenti giunti da tutta Italia con magliette, striscioni e fischietti per contestare la riforma. Con un appello, di cui si è fatto interprete l'M5s, al presidente della Repubblica affinché non firmi il provvedimento perché significherebbe «assassinare la scuola pubblica».



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